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Contagio, nelle residenze anziani il 7% dei positivi. Allarme rosso per la carenza di personale

L'assessore Donini: "Interveniamo così su uno dei fronti più caldi. Grazie a chi si è reso disponibile ad aprire le porte e a lavorare con noi a garanzia della salute di tutti"

Nel caso delle strutture residenziali sociosanitarie (per anziani e non), la componente di contagi rilevata in Emilia-Romagna rappresenta il 7% del totale di quelli avvenuti dall’inizio dell’epidemia. Nel periodo compreso fra il primo di aprile e oggi l’incidenza sul totale è aumentata, raggiungendo il 15%.

Numeri abbastanza significativi che si traducono in diversi piccoli focolai che anche sul territorio di Modena hanno portato ad un allarme fondato sulla sicurezza in questi particolari luoghi di cura. In termini assoluti le residenze dove si sono verificati focolai sono una minoranza, ma in termini pratici questo ha comportato una rapida diffusione del virus a molti anziani lì residenti e a tanti decessi: un quarto dei morti positivi nella nostra provincia riguarda proprio le cra.

Risulta abbastanza evidente come in molti casi i protocolli di sicurezza non siano stati adeguati. Da diversi giorni le Ausl hanno rafforzato il supporto sanitario alle residenze per anziani e disabili grazie all’intervento delle unità mobili (USCA) direttamente nelle strutture e continuano gli sforzi di screening di tutto il personale sociosanitario e dei casi sintomatici all’interno di queste strutture.

Oltre al ripristino di maggiori condizioni di sicurezza sanitaria, un fronte sul quale la Regione è al lavoro da settimane è la ricerca di soluzioni al problema della carenza di personale nelle Cra: oltre ad aver sbloccato i corsi di formazione professionale per operatore sociosanitario e permesso di svolgere online l’esame finale, una circolare del 20 marzo aveva stabilito alcune specifiche disposizioni di sicurezza per i centri residenziali per anziani e disabili.

Tra queste, la possibilità, per sopperire alla grave mancanza di personale, di inviare alle Aziende  Servizi alla Persona (ASP) parte delle nuove assunzioni fatte dalla Sanità regionale e alcune deroghe alle qualifiche professionali necessarie per ampliare la platea dei lavoratori all’interno delle strutture di ricovero per anziani e disabili a personale con la qualifica di Addetto all’assistenza di base (ADB) o di Operatore tecnico dell’assistenza (OTA) o ancora  in fase conclusiva del percorso di formazione OSS, previa valutazione specifica sulle competenze del singolo operatore e garantendo l’affiancamento degli operatori sociosanitari. 

Il proficuo confronto con i sindacati e tutti i soggetti coinvolti ha portato a un ulteriore risultato: la possibilità di estendere la deroga anche a lavoratrici e lavoratori domestici (assistenti familiari) e caregiver per attività di supporto agli operatori OSS, nelle strutture dove si registra una preoccupante mancanza di personale disponibile per l’assistenza alle persone anziane e per evitare che questa mancanza agevoli rischi di contagio. La circolare del 20 marzo chiedeva alle strutture anche di promuovere e incentivare contatti degli ospiti con i propri famigliari per via telematica e con video chiamate per attenuare il senso di isolamento degli anziani.

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