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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Boom di furti nelle scuole nell'ultimo mese, “Istituti troppo vulnerabili"

Quasi sempre i malviventi metto nel mirino i distributori automatici o gli uffici per cercare denaro "facile". L'intervista a Alex Marti, Sales Manager del'istituto di vigilanza ‘La Patria’

Sempre più frequentemente, negli ultimi anni, i ladri prendono di mira le scuole. Cercano per lo più monete o materiale elettronico facilmente piazzabile sul mercato nero e sfruttano i tanti ingressi che per ragioni architettoniche e normative gli istituti scolastico sono tenuti a rispettare, porgendo il fianco alle intrusioni. Lo sanno bene docenti e personale scolastico, che frequentemente si trova a dover fare i conti con infissi da cambiare e materiale da riacquistare, ma sanno bene anche gli istituti di vigilanza.

Le guardie giurate de La Patria, storico istituto di vigilanza che vanta tra i suoi clienti anche numerosi enti pubblici, hanno effettuato una decina di sopralluoghi di furto nelle scuole solo nel mese di gennaio tra Modena e Bologna, intervenendo anche in edifici non di loro competenza ma attirati dagli allarmi acustici che hanno spinto le guardie, che si trovavano nei paraggi, ad accorrere avvisando poi le forze dell’ordine. 

Il caso emblematico è quello della scuola elementare Giovanni XXIII di via Amundsen a Modena: l’istituto è stato infatti preso di mira tre volte in  meno di due settimane. La prima nella notte del 16 gennaio, poi ancora il 21 gennaio e, infine, nella tarda serata del 28 gennaio. I ladri sono entrati forzando porte e finestre e in tutti e tre i casi sono andati dritti verso il distributore automatico di bevande. L’ultimo colpo risale al 30 gennaio sempre in via Amundsen ma alla scuola Cavour, pochi civici di distanza dalla Giovanni XXIII.

Alex Marti, Sales Manager ‘La Patria’, conferma la gravità del problema. Perché le scuole sono così vulnerabili?
“Spesso ci troviamo davanti a istituti, per conformazione e fine d'utilizzo, con numerosi accessi (finestre e porte, spesso al piano terra ); nella quasi totalità dei plessi scolastici, per ragioni didattiche e pedagogiche, non sono presenti inferriate alle finestre, facilitando l'eventuale attacco da parte di malintenzionati. Ancora, per motivi strutturali, architettonici o normativi, devono essere presenti un certo numero di uscite di sicurezza che, purtroppo non solo nelle scuole, per conformazione denotano una scarsa resistenza ad un'eventuale forzatura da parte dei ladri. Senza dubbio, all'interno delle scuole, ciò che più attira i ladri sono i distributori automatici, magari posizionati successivamente all'installazione del sistema d'allarme e non sempre protetti da quest'ultimo; in ambito scolastico, 9 furti su 10 sono mirati ai distributori automatici che, del resto, arrivano a contenere anche alcune centinaia di euro”.  

Che tecnologia suggerite di installare nelle scuole vista la complessità di ambienti tra interni ed esterni?
“Spesso non è possibile fornire protezione perimetrale esterna, che garantirebbe un anticipo importante sulle tempistiche di rilevazione di un'intrusione; è necessario pertanto concentrarsi sulla protezione interna dei locali, mediante allarme  volumetrico nelle aree di passaggio obbligato. E’ consigliabile inoltre proteggere puntualmente anche infissi e porte. Negli istitui che hanno installato questi sistemi i furti sono calati". 

Anche la videosorveglianza è importante...
“Sicuramente la videosorveglianza è un importante strumento di dissuasione e prevenzione, utilissimo se poi pensiamo ad attività di indagine post-evento criminoso. Purtroppo, anche per problemi legati al budget risicato da parte degli istituti scolastici, le richieste di progetti di videosorveglianza in tali ambienti è praticamente nullo”. 

Che contributo dà la vigilanza privata alle forze dell’ordine che intervengono dopo questi episodi?
“Forniamo tutto il supporto necessario, essendo spesso in possesso delle chiavi d'accesso alla struttura, per i necessari sopralluoghi e rilievi delle forze dell'ordine. Trattandosi poi spesso di furti spesso distribuiti ciclicamente in definite aree geografiche, cerchiamo di porre maggiore attenzione se rileviamo movimenti sospetti in una determinata zona”.

Sarebbe utile un accordo quadro Vigilanza Privata, Comuni e Ministero per portare a piena tutela questi spazi pubblici?
“Qualcosa da alcuni anni è già stato fatto, con la sottoscrizione anche da parte nostra, insieme ad altri Istituti di Vigilanza, prima a Bologna e successivamente a Modena, del Protocollo "Mille occhi sulla città" stilato dal Ministero dell'Interno: tale protocollo prevede la massima collaborazione tra forze dell'ordine e istituti di vigilanza privata, per cercare di estendere il più possibile la copertura del territorio. Si potrebbe fare sicuramente di più: ad esempio le amministrazioni pubbliche dovrebbero mettere prima di tutto a budget risorse economiche aggiuntive, per investimenti tecnologici, aumentando le performance degli impianti di sicurezza”. 

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