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Buoni segnali dalla sanità regionale, calano i consumi e le prescrizioni di antibiotici

Aziende Usl, medici, strutture ospedaliere e sanitarie impegnate in progetti innovativi 'di rete', un sistema avanzato di monitoraggio costante dei dati, ma anche cittadini sempre più informati grazie a specifiche campagne di comunicazione per prevenire l'antibioticoresistenza

Fare rete con i medici per una prescrizione sempre più miratasensibilizzare i cittadini ad un consumo corretto, agire in modo incisivo per contrastare le infezioni ospedaliere. Parliamo di antibiotici, di misure di controllo delle infezioni e di tutte le azioni che la Regione ha messo in campo per prevenire e combattere il problema dell’antibioticoresistenza. Ad illustrarle questa mattina in Commissione assembleare, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e il direttore dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale, Maria Luisa Moro, che ha fatto una sintesi dei principali risultati ottenuti.

I dati degli ultimi anni parlano chiaro: i consumi calano, soprattutto in età pediatrica. In nessun’altra regione italiana si osserva, infatti, un trend in costante diminuzione come quello dell’Emilia-Romagna, dove dal 2010 al 2017 si è registrata una riduzione delle prescrizioni antibiotiche per i bambini del 35%. E il calo è ancor più consistente (- 37%) nei più piccoli, fino ai 6 anni. Complessivamente nel 2017 sono state 16,8 le dosi medie giornaliere di antibiotico ogni 1.000 abitanti- 5% rispetto al 2016, - 16% se confrontato al 2010; numeri accompagnati dalla riduzione di questi farmaci anche in ambito ospedaliero (-2,8% dal 2010 al 2017).

Non solo, perchè un’altra “buona pratica” diffusa in tutte le strutture ospedaliere del territorio ha portato risultati confortanti: il consumo di prodotti idroalcolici per l’igiene delle mani in ospedale (quelli che si trovano solitamente all’ingresso di un reparto o fuori dalle camere), sempre dal 2010 al 2017, è aumentato del 275%. Un importante risultato scientifico è poi il calo rilevante (-26%) della frequenza delle cosiddette ‘batteriemie’ sostenute da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, cioè la proporzione di infezioni nel sangue dovute ad alcuni batteri resistenti agli antibiotici, che nel 2017 in Emilia-Romagna è stata inferiore del 26% rispetto alla media nazionale. E la regione ha anche un’altra specificità, che riguarda la rete delle microbiologie: grazie ai criteri di accreditamento, può contare su emocolture - esami di analisi del sangue di fondamentale importanza per le diagnosi microbiologiche - realizzate 24 ore su 24, con laboratori attivi 7 giorni su 7.

Risultati ottenuti anche grazie all’aumentata consapevolezza dei rischi associati a un uso eccessivo di antibiotici, e a tutti gli strumenti messi in campo dal “Programma regionale di contrasto alle infezioni correlate all’assistenza e all’antibioticoresistenza”.

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