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Da Chernobyl all'Emilia, una storia di solidarietà lunga ormai 32 anni

Oggi i bambini bielorussi accolti in Assemblea. Saranno curati in regione. Saliera: "Atto di grande umanità"

Oltre 500 bambini provenienti da istituti per orfani case famiglie e centri per disabili dalle aree contaminate di Chernobyl verranno curati e ospitati da famiglie emiliano-romagnole. Grazie ad un'alimentazione corretta e ad acqua non contaminata la quantità di elementi nucleari presente nel loro sangue si dimezza

Più di 500 bambini bielorussi e ucraini passeranno due mesi in Italia per ricevere le visite pediatriche e sanitarie di cui hanno bisogno. Anche quest'anno l'Assemblea legislativa li accoglie per celebrare insieme l'inizio delle loro vacanze. "Da più di 30 anni la nostra Regione ospita questi bambini e vogliamo portare avanti insieme questa tradizione di solidarietà, anche per conoscerci meglio e capire le esigenze che sono cambiate nel tempo" spiega Simonetta Saliera, presidente dell'Assemblea legislativa. Presenti alla giornata di accoglienza nella sala Polivante dell'Assemblea più di 200 bambini, rappresentanti della Regione e delle associazioni emiliano-romagnole, insieme alla presidente Saliera e ai consiglieri Barbara Lori, Francesca Marchetti, Giuseppe Paruolo, Paolo Zoffoli e Roberto Poli.

"Accogliere per l'estate questi bambini e curarli è un atto di grande umanità: magari fosse contagioso!" dice la presidente nella sala affollata di cappellini gialli e teste bionde. La maggior parte dei piccoli proviene da istituti per orfani, case famiglia e centri per disabili delle regioni di Gomel e Vitebsk, fra le aree più colpite dalla nube radioattiva di Chernobyl nel 1986. Ospitarli in Emilia-Romagna vuol dire offrire loro una vacanza rigenerativa e salutare; in un mese in Italia - grazie a un'alimentazione corretta e ad acqua non contaminata - la quantità di contaminanti nucleari presente nel loro sangue si dimezza. Inoltre, tutti ricevono le visite pediatriche e chi è malato di tumori e fibrosi cistiche viene curato con terapie specializzate.

Sono oltre 40 le associazioni in Emilia-Romagna che aiutano a gestire l'accoglienza dei bambini. E la novità di quest'anno, come viene spiegato in sala Polivalente, è che queste associazioni potranno realizzare progetti di cooperazione internazionale anche in Bielorussia. In programma anche un libro, curato da Angelo Varni, che raccoglierà le esperienze di tutti questi anni dell'Emilia-Romagna con i bambini di Chernobyl. Ad autunno, inoltre, partirà una delegazione regionale che si recherà in Bielorussia per controllare il monitoraggio dei progetti.

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