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"La coesione sociale era un ostacolo, per questo lo hanno ucciso", Sergio Mattarella ricorda Marco Biagi

Coesione sociale, dimensione collettiva delle relazioni di lavoro. Questi i temi trattati al convegno in memoria del Professor Marco Biagi, scomparso nel 2002 per mano delle Nuove Brigate Rosse: volevano ostruire il suo percorso ma hanno fallito

Il 19 marzo 2002 Marco Biagi veniva brutalmente assassinato per mano delle Nuove Brigate Rosse davanti al portone della propria casa. Ma la voce del lungimirante professore con cui "le istituzioni repubblicane e la società civile sono in debito di riconoscenza", citando le parole dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a diciassette anni di distanza, si fa ancora sentire. Ogni anno la Fondazione Marco Biagi e l'Università di Modena e Reggio Emilia promuovono un Convegno Internazionale, che quest'anno ha visto la presigiosa presenza del Presidente della Repubblica alla cerimonia inaugurale dei lavori.

La sala è gremita e l'atmosfera frenetica, palpabile è la curiosità in questi momenti di attesa impaziente. Attesa di ricordare e di imparare, e di poterlo fare alla presenza di emeriti studiosi e della più importante autorità della Repubblica, il Presidente Sergio Mattarella. Un lungo applauso accompagna l’entrata in sala del Capo dello Stato, sulle solenni note dell’Inno Mameli. Al suo fianco siede Marina, la moglie di Marco Biagi, accompagnata dal figlio Francesco.

La giornata di lavori si apre con i saluti del Magnifico Rettore di Unimore Angelo O. Andrisano, che ricorda come nacque l’idea della Fondazione Biagi: “La sera precedente la sua uccisione, Marco aveva parlato con la consorte Marina del suo lavoro, di ciò che stava facendo alla scopo di tutelare il più possibile le persone in un mercato del lavoro che, già difficile, era destinato a diventarlo sempre di più. Ventiquattro ore dopo quel colloquio con la moglie, Marco è stato ucciso. Marina ha voluto con tutta sé stessa impedire che gli assassini, dopo averne annientato la vita, riuscissero anche nell’intento di annientarne le idee. Proprio quella sera per la prima volta pensò ad una Fondazione”.

Il Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli continua, sottolineando come Modena abbia saputo insegnare, negli anni, come “il futuro si costruisca con la speranza e non con la paura. Nel Nome di Marco Biagi –prosegue il Sindaco- siamo chiamati a rinnovare la nostra volontà di combattere contro ogni rigurgito di violenza”.

A proposito di violenza, intense sono le parole del Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonacini, che parla dei germi della democrazia. “Intolleranza, fanatismo, odio. Abbiamo il dovere di saperli leggere e contrastare prima che precipitino in azioni sconsiderate di prevaricazione e violenza. Dobbiamo rafforzare gli anticorpi necessari, affinché la coesione non ceda mai il passo alla disgregazione”. Due sono le iniziative che andranno a combattere i “germi” della democrazia: la creazione di una borsa di studio di dottorato in questo ambito disciplinare e una misura sociale di sostegno per ragazzi che, pur provenendo da famiglie disagiate, vogliano intraprendere studi di diritto e politiche del lavoro.

Sergio Mattarella a Modena per il XVII Convegno Internazionale in ricordo di Marco Biagi - 18/03/2019

Una volta concluse le presentazioni, arriva l’imprevisto ma fortemente sperato intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima di lui, altri due Presidenti avevano presenziato alla cerimonia in ricordo di Marco Biagi. 
 
Fu infatti l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a scoprire, il 10 marzo 2003, la targa della Fondazione Marco Biagi, onorando la memoria del professore con un solenne cenno del capo in segno di contenuto cordoglio; mentre nel 2009 fu invece il profondo discorso del Presidente Giorgio Napolitano ad onorare il ricordo del giuslavorista più importante del nostro Paese.

Quest’oggi, il Presidente parla lentamente, in tono deciso, mantenendo un’umiltà assoluta. “Non mi permetto di addentrarmi in questa discussione. Mi limito a ringraziare molto i relatori per il grande interesse che hanno suscitato con i loro interventi, certamente in tutti, certamente in me”, questo l’inizio del suo discorso. “Mi limito a sottolineare un aspetto che è stato toccato, quello del ruolo dei rappresentanti sociali. La realtà cambia, ed è in via di cambiamento ancora più radicale. Occorre trovare nuove strutture della rappresentanza sociale, al fine di garantire la salute del tessuto democratico del nostro paese. I rappresentanti sociali sono realtà in cui i cittadini si riconoscono. La loro attenuazione di ruolo rende più fragile la società ed espone i cittadini alla vulnerabilità” continua Mattarella, che dopo essersi concisamente espresso riguardo le tematiche di cui si tratterà nel convegno, dedica il suo discorso al ricordo di Marco Biagi. “Ho preso la parola alterando i ritmi del cerimoniali per rendere omaggio ad un uomo di dialogo, un docente che amava l’insegnamento e il rapporto di confronto con i suoi studenti, uno studioso che approfondiva i temi della sua disciplina avvertendo con grande consapevolezza che quell’ equilibrio disegnato dalla Costituzione richiede che ci si occupi costantemente di sanare le fratture sociali che vengono a crearsi –prosegue il Presidente- Per questo i brigatisti assassini lo hanno ucciso, chi si preoccupava di far crescere la coesione sociale era un ostacolo. Le Brigate Rosse sono state sconfitte ma a noi rimane il dovere della memoria di chi è rimasto loro vittima perché impersonava un ruolo di cucitura, di valorizzazione della cultura sociale. È importante che la Fondazione ricordi Biagi sviluppando le tematiche della sua riflessione e dei suoi studi, è il modo per continuare il percorso che i brigatisti volevano ostruire”. Conclude dicendo “Rivolgo un saluto intenso di particolare solidarietà a Mariana, Lorenzo, Francesco; per esprimere loro la riconoscenza di quanto Biagi ha fatto per la nostra Repubblica”.

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