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Incidenti causati dalla fauna selvatica, positiva la sperimentazione a Gaiato

Sperimentazione dal 2014 ad oggi nei territori di Modena, Reggio Emilia, Rimini e Piacenza. Sensibile riduzione degli incidenti nei tratti di strada interessati dall'installazione dei sistemi di prevenzione. L'assessore Caselli: "Risultati incoraggianti, la scelta è quella giusta"

Sensori luminosi e dissuasori acustici che allertano gli animali e mettono in guardia gli automobilisti, per aumentare la sicurezza sulla strada: sono solo alcuni degli strumenti che la Regione ha testato per valutare l’efficacia nel prevenire gli incidenti stradali causati da cinghiali e da altri animali selvatici che, sempre più frequentemente, raggiungono strade e centri abitati. Prevista dal nuovo Piano faunistico regionale, il primo in Italia, questa novità è già stata sperimentata in alcune aree ‘pericolose’ individuate in provincia di Modena, Reggio Emilia, Rimini e Piacenza a partire dal 2014. 

E i risultati sono positivi, come dimostra ad esempio la situazione in due dei tratti maggiormente a rischio: nel reggiano lungo la Strada provinciale 23 nel tratto tra Roncolo e Monte Cavolo a Quattro Castella dove, dopo l’installazione di dissuasori ottici e acustici, si è passati da una media di quasi 7 incidenti all’anno a uno, mentre a Montecchio nella Strada provinciale 12 da oltre 5 incidenti di media si è passati a due.

Accanto a questi sistemi innovativi il Piano faunistico, che ha tra gli obiettivi primari la salvaguardia dell’agricoltura e la riduzione degli incidenti stradali, prevede un ventaglio di misure e azioni di prevenzione che vanno da quelle più comuni come la recinzione delle aree agricole maggiormente a rischio, a misure di gestione del numero di animali selvatici compatibile con le attività umane, fino allo studio di una applicazione gratuita che servirà a informare i guidatori sui tratti più a rischio e per segnalazioni di emergenza sulla presenza di fauna selvatica.

Sensori, dissuasori, ultrasuoni e cartellonistica: le misure di prevenzione  

La sperimentazione che ha previsto l’uso di un mix di apparecchiature piazzate in tratti stradali limitati scelti tra i più pericolosi dal punto di vista della presenza di fauna selvatica, ha messo a confronto l’efficacia di diversi strumenti di prevenzione tra cui sensori elettronici in grado di propagare stimoli acustici all’avvicinarsi di un ungulato selvatico; dissuasori elettronici capaci di emettere stimoli visivi e acustici di disturbo degli animali che si attivano con le luci dei fari; dispositivi ad ultrasuoni che li tiene lontani. Tutte queste apparecchiature sono accompagnate da cartelli verticali informativi che avvisano l’automobilista di passaggio, dell’inizio di un tratto a rischio collisione. 

La sperimentazione avviata nel 2014 a Casteldelci, in località Ponte Messa in provincia di Rimini, successivamente è stata estesa a Castell’Arquato e a Castelnuovo Fogliani nel piacentino,  nel reggiano tra Montecavolo e Roncolo nel Comune di Quattro Castella, tra Montecchio e S. Ilario nel Comune di Montecchio Emilia e nell’abitato di Gaiato di Pavullo nel modenese.
Dai dati disponibili dopo l'installazione delle diverse apparecchiature in tre dei cinque tratti, precisamente nel piacentino, nel riminese e nel modenese, allestiti con le diverse apparecchiature il numero di collisioni è sceso a zero. Nel reggiano, nel tratto della SP12 si sono verificati incidenti (2 casi) in misura inferiore alla metà della media del periodo antecedente le installazioni (5 casi/anno) e nel tratto della SP23 un solo incidente rispetto ai 7 annui precedenti l’installazione.

Oltre 4.700 incidenti dal 2012 al 2017 sulle strade dell’Emilia-Romagna  

Secondo i dati forniti dai Centri di recupero animali Sslvatici convenzionati con la Regione, dal 2012 al 2017 si sono registrati in Emilia-Romagna 4745 incidenti stradali con animali di grossa taglia.  L’86,7% degli incidenti vede coinvolti i caprioli con 4114 casi concentrati lungo la Via Emilia, mentre l’8,4% è causato dai cinghiali (400). Infine, daini e cervicontribuiscono complessivamente con 231 incidenti pari al 4,8%.

Il 39,3% degli incidenti (1864) ricade nel territorio provinciale di Reggio Emilia dove è stata realizzata una sostanziosa parte della sperimentazione, segue Bolognacon il 18,8% (892 incidenti), Parma con il 11,6% (551), Rimini con l’11,1% (526 incidenti), Modena con il 9,5% (449), Piacenza con il 6,1% (290), Forlì-Cesena con l’2,8% (135) e Ravenna con l’0,5% (22). Il numero più basso (16 incidenti) è naturalmente nella provincia di Ferrara.

Il periodo dell’anno dove si registrano più incidenti è legato ovviamente al comportamento degli animali ed è la primavera. Un secondo picco di incidentalità si registra tra ottobre e fine gennaio, probabilmente correlato con le attività di caccia.  Infine, nell’arco delle 24 ore, è di seratra le 18 e le 24, che si verificano la maggior parte degli incidenti.

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