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Coronavirus, anche Modena entra a far parte della sperimentazione del Tocilizumab

L’AOU di Modena partecipa allo studio condotto dall’Istituto per la Cura dei Tumori di Napoli sul farmaco che ha già dato risultati promettenti su pazienti colpiti da covid-19

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, sarà uno dei centri partecipanti allo studio, coordinato dall’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli per valutare l’efficacia del Tocilizumab, nella cura dei pazienti colpiti dal COVID-19 e approvato dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA), come annunciato il 17 Marzo 2020. Lo studioTOCIVID-19 valuterà l’efficacia e la sicurezza del tocilizumab nel trattamento della polmonite a seguito del coronavirus. Il prof. Carlo Salvarani di UNIMORE, direttore della S.C. Reumatologia, è uno tra i quattro autori del protocollo nazionale, ed è co-investigatore principale.

Lo studio è stato promosso dall’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena e l’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia oltre che con la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA. È frutto di una stretta sinergia tra diverse istituzioni pubbliche per valutare l’impatto di questo farmaco (approvato per l’artrite reumatoide e l’arterite a cellule giganti) che ha recentemente ricevuto segnalazioni di possibili benefici nei malati di coronavirus.

L’AOU di Modena parteciperà con le strutture in prima linea nella gestione dell’emergenza, che vedranno i loro direttori come investigatori principali locali: Malattie Infettive, diretta dalla prof.ssa Cristina Mussini di UNIMORE, Malattie dell’Apparato Respiratorio, diretta dal prof. Enrico Clini di UNIMORE, l’Anestesia e Terapia Intensiva del Policlinico, diretta dal prof. Massimo Girardis di UNIMORE e l’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini, Covid Room Policlinico, diretta dal dottor Lucio Brugioni, Covid Room dell’Ospedale Civile, diretta dal dottor Giovanni Pinelli.

Il Tocilizumab – spiega il prof. Carlo Salvarani di UNIMORE - è un farmaco biotecnologico, già in uso soprattutto per il trattamento dell'artrite reumatoide, e dell'artrite idiopatica giovanile sistemica, una grave forma di artrite reumatoide dei bambini. Nella nostra Reumatologia lo usiamo da tempo con buoni risultati. L’idea di utilizzare il tocilizumab nasce da fatto che esso è un inibitore specifico dell'interleuchina 6, una citochina che gioca un ruolo importante nella risposta immunitaria ed è implicata nella patogenesi di molte malattie in cui vi è una importante risposta infiammatoria, in particolare le malattie autoimmuni. Ebbene, nelle più gravi polmoniti da COVID19, quelle che hanno la prognosi più severa, si è notato che il problema principale non è il virus ma l’abnorme risposta del sistema immunitario che produce una risposta infiammatoria esagerata, la così detta “tempesta citochinica”, responsabile del danno polmonare. Ebbene, questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina 6 e la sua inibizione può quindi ridurre questa risposta immunitaria abnorme con eccessiva infiammazione, e quindi ridurre il danno polmonare”.

Lo studio italiano vuole produrre dati scientificamente validi sul trattamento e consentire che l’uso attualmente già diffuso possa avviare un nuovo percorso che consenta di tracciare tutti i trattamenti e valutarne in maniera sistematica l’impatto terapeutico.

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