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L'intervista | Matteo Panini e i motori, tra passato da collezione e futuro

Tante attività nel segno dei motori e non solo: "E’ necessario vivere l’automobile e la strada con la necessaria sicurezza. La macchina diventerà una sorta di telefonino a quattro ruote e bisognerà capire la multimedialità di questo oggetto”

Intervistare Matteo Panini nella sua “Hombre” è un viaggio, un viaggio che va dalla produzione del Parmigiano Reggiano D.O.P Bio Hombre, passando per la splendida Collezione Umberto Panini sino a iXoost, l’azienda che costruisce docking station che sono unione tra componentistica audio di elevata qualità con dei veri collettori di scarico realizzati per auto da corsa.

Matteo Panini, siamo all’interno del Museo Umberto Panini. Per chi non lo conoscesse, cos’è la Collezione creata da tuo padre Umberto?

“Questo museo è il sogno di mio padre, qua viene racchiusa la sua passione ed è a disposizione degli appassionati di motori. Partiamo da una collezione di trattori, per passare a motociclette e macchine, soprattutto Maserati. In questa azienda mio padre ha infatti mosso i primi passi della sua vita professionale. È un tributo alle nostre capacità modenesi nel creare oggetti unici non solo nel mondo delle automobili”.

Il tuo ruolo si sdoppia anche in altre vesti, una di queste è il ruolo di Presidente del Circolo della Biella, un sodalizio importante per Modena e non solo.

“È un club nato nel 1987, quando le vetture d’epoca non erano così famose come oggi. Ha compiuto trent’anni, conta circa ottocento soci e siamo onorati di essere all’interno di Automobile Club Modena. Sono tutte sinergie che tengono insieme tante persone con l’obiettivo di dargli degli strumenti importanti, anche legislativi”.

Quale sarà il futuro dell’automobile e dei piloti del domani?

“Ho notato che, da quando ho conseguito la patente, è cambiato veramente tanto. Bisogna educare e far capire che la strada è come una scuola. Ci sono altre persone e attenzioni da porre che in questo momento sono date per scontato. Stanno aumentando le distrazioni, l’impatto tecnologico è influente e ha reso le persone dipendenti. Non ci siamo solo noi e quindi è necessario vivere l’automobile e la strada con la necessaria sicurezza”.

È in atto un grande cambiamento, per descriverlo hai usato la frase “Siamo dei vegani della tecnologia”

“Dobbiamo affrontare molto bene i cambiamenti velocissimi che sono in atto perché a breve useremo la vettura in modo completamente diverso da come abbiamo sempre fatto. Penso ed immagino che non vi sarà più il motore endotermico, passando così a quello elettrico. Useremo le auto comunque, ma cambierà l’approccio. Dovremo educare quindi le prossime generazioni a vivere questo passaggio in maniera professionale e tecnica”.

Cambieranno le tecnologie e il modo di doversi porre delle città. In questa ottica il progetto Smart City dovrà radicarsi in breve tempo

“Sarà un processo lento, ma l’impatto dovrà interessare un po’ tutti, a 360 gradi. La macchina diventerà una sorta di telefonino a quattro ruote e bisognerà capire la multimedialità di questo oggetto”.

Oltre allo sviluppo del senso della vista, ce n’è uno legato all’udito, ovvero un’azienda che parla e fa delle corse diverse

“Nel 2012 ci siamo inventati una piccola azienda, che oggi è un’attività radicata sul territorio, iXoost. Abbiamo recuperato dei vecchi collettori di scarico e i gas caldi del motore sono stati sostituiti dalla musica. È sempre un fluido e la cassa è generata dalla forma della marmitta di scarico della vettura”.

Si arriva in questo museo convinti di parlare del passato ed invece bisogna concentrarsi sul futuro

“Non c’è futuro senza storia. È giusto ricordarsi da dove siamo venuti, ma come tutte le persone camminiamo avanti e raramente ci giriamo indietro. Quando lo facciamo però è bello vedere quello che noi stiamo svolgendo. Il museo è all’interno di un’azienda agricola: produciamo Parmigiano Reggiano, pronto solo dopo due anni. È un prodotto considerato slow food e allo stesso tempo abbiamo le Maserati che sono fast car. Viviamo di compromessi, ovvero dobbiamo andare molto forte facendo le cose con calma. È una caratteristica tipica dell’Emilia Romagna e di Modena, un quid in più che ci rende la Capitale della MotorValley”.

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