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Dalla miniera alla discarica: uno sguardo critico alle nuove tecnologie automobilistiche

Come tutte le innovazioni tecniche anche le auto elettriche hanno un costo elevato e controindicazioni. La sfida sta nel ridurli

Sempre più economiche, sempre più tecnologiche, le auto elettriche stanno prendendo piede nel mercato globale. Rimane comunque una percentuale di persone non convinte degli effettivi vantaggi offerti da queste vetture.Queste due tipologie di motorizzazione si differenziano prima di tutto nella componentistica. Mentre un’auto tradizionale è caratterizzata dalla presenza di un blocco motore in ghisa, pistoni, sistema di trattamento gas di scarico, serbatoio e cambio, l’auto elettrica presenta più semplicemente batterie, inverter e motori elettrici.

È opportuno evidenziare che l’inquinamento non sparisce, ma si sposta dal luogo di utilizzo del mezzo verso i luoghi di produzione dell’energia elettrica e di smaltimento delle batterie. Questo inquinamento è dovuto al fatto che allo stato attuale il 55-60% dell’energia elettrica viene prodotta a partire da fonti non rinnovabili quali carbone, gas naturale, petrolio. Mentre solo il 20/25% proviene da fonti rinnovabili. Il restante 20% viene ottenuto tramite l’energia nucleare.

Un altro punto a sfavore dell’effettiva eco sostenibilità delle auto elettriche è la batteria agli ioni di litio. Il litio è infatti un minerale difficile da reperire e da lavorare. Tutto questo porta le componenti delle batterie usate nelle vetture ad alimentazione elettrica a risultare fortemente inquinanti, considerando anche il fatto che non esistono allo stato attuale delle efficaci misure di smaltimento eco-friendly per quelle batterie diventate ormai inutilizzabili. Questa differenziazione va necessaraimente fatta in quanto quelle batterie, che sono in condizioni tali da essere riutilizzate, vengono impiegate per compiti che richiedano uno “sforzo” minore del costituire l’alimentazione di un’automobile, come ad esempio operazioni stazionarie.

È necessario sottolineare che nelle batterie al litio è presente anche cobalto, una materia prima strategica che rientra nel gruppo dei cosiddetti “minerali dei conflitti”, ovvero quelle materie prime nelle cui zone di estrazione e lavorazione comportano guerre e disagi sociali alle popolazioni che le abitano. Per tale ragione il cobalto è sempre più soppiantato da nichel e manganese.

Se è vero che le auto elettriche non inquinano sulle strade, sono silenziose, richiedono meno manutenzione, possono circolare ovunque e hanno prestazioni comparabili se non migliori delle auto tradizionali, esistono anche delle controindicazioni. La loro produzione comporta enormi dispendi energetici e ingenti emissioni di gas serra nell’atmosfera, costi e danni ambientali dalla produzione allo smaltimento non trascurabili, tempi di ricarica molto lunghi, costi di acquisto elevati e difficoltà nel trovare colonnine di ricarica rapida. Ora la domanda sorge spontanea: ne vale veramente la pena?

Articolo a cura di Congiusta N., De Feo D., Nocetti D.

L'articolo è il risultato del lavoro degli studenti di alcuni licei modenesi sul tema "MATERIE PRIME: sorgente di ricchezza, prodotti e conflitti", nell'ambito di un percorso di alternanza scuola-lavoro svolto presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche Unimore.

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