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Morte al PalaMolza, il nuovo romanzo giallo di Roberto Roganti

Il giallista Roberto Roganti dopo "Morte al Villaggio Giardino" torna con un nuovo romanzo ambientato nella città di Modena con protagonista questa volta uno sport e una zona che conosce bene, ovvero la pallamano e il PalaMolza

Lo scrittore modenese Roberto Roganti torna a parlare di Modena nel suo nuovo romanzo "Morte al PalaMolza", come proseguo della collana iniziata con Morte al Villaggio Giardino, e a seguito del suo libro di poesie di dialetto "Al me SLANG ed Modna"

Un nuovo romanzo firmato Roberto Roganti. Questa volta la protagonista è una Modena appassionata alla pallamano. Come mai questo tema?

Essendo stato per quasi trent’anni il fisioterapista a Modena e a Carpi delle rispettive squadre… e conoscendo l’ambiente più che bene… è stato facile. Tutti parlano di sport blasonati, a me piacciono quelli poveri, quelli dove si suda e si sputa sangue, dove si corre a perdifiato, dove ci si mena in campo e si è amici fuori dal campo. Il mondo della pallamano è un mondo strano ma affascinante, in questo mondo l’agonismo è il vero protagonista… chi non dà l’anima è fuori.
Mi è sembrato quasi doveroso ambientarci un giallo. Nel libro parlo poco di pallamano ma faccio parlare i protagonisti, quelli che tutti i giorni calcano i palazzetti… giocatori, allenatori, arbitri.

Numerosi personaggi storici dei tuoi romanzi sono nuovamente protagonisti, ma abbiamo anche delle new entry.

L’ossatura resta più o meno invariata, un protagonista si defila per problemi lavorativi e viene sostituito da un collega che si integra benissimo e non sfigura, anzi… è un certo Francesco Folloni… lo conosci? Poi ritornano personaggi che sono apparsi nei precedenti; mantengo insomma i piedi in più staffe. Ho inserito delle new entry  in virtù di una rivoluzione che avverrà con il tempo. Ho estratto dal cilindro conoscenze non locali, in modo da mescolare le carte… e ti dirò, non mi sono pentito, anzi, è stata una bella mossa.

Una delle particolarità dei tuoi romanzi è che i protagonisti sono ispirati a personaggi modenesi esistenti. Come mai questa scelta?

Lo sai che non so risponderti? Mi è venuta così… una mattina mi son svegliato e … non pensare male. Mi sono detto che se inventavo uno o più protagonisti e magari risultava che erano già stati creati da qualcun altro, avrei fatto un buco nell’acqua, se invece prendevo persone a me vicine, che conoscevo bene, il plagio non sarebbe stato possibile. Ho fatto alcune telefonate, ho mandato liberatorie da firmare et voilà… Comunque non c’è un vero protagonista, c’è un gruppo. In un certo senso il collante è l’amicizia, è protagonista il gruppo di amici. Poi è chiaro che se in un libro c’è un personaggio che si conosce è maggiore la tentazione di acquistarlo e leggerlo, per vedere cosa gli è stato fatto fare… marketing? MMMMHHH

Altra immancabile caratteristica la velocità di lettura. Ti piacciono i racconti brevi oppure sei così appassionato che tu stesso vuoi arrivare alla soluzione del caso più velocemente?

Mi piacciono i racconti brevi, questo sì, a causa della mia dislessia latente che mi crea non poche difficoltà. Ad ogni modo mi sono accorto che in un mondo velocizzato dagli smartphone, dai messaggi brevissimi in Twitter, dalle non parole scritte di Instagram … la lettura è diventata sempre più ostica per i giovani e anche per molti meno giovani. Eruttare libri non troppo grandi, non troppo pesanti, scritti con caratteri non troppo piccoli e soprattutto di lettura “slinda”, veloce, non impegnativa… devo ammetterlo, piace! Finora avevo chiamato i miei primi due libretti “gialli goliardici”, ma questo è un po’ più impegnativo… ho sfiorato le 200 pagine, ho eliminato le immagini e ho mantenuto la mancanza di numerazione delle pagine. Ho cambiato anche stile di copertina, più vicina ai libri seri, forse sono maturato, ma non sono amante della staticità, a me piace il movimento, il cambiamento, l’evoluzione.

Infine, ti volevo chiedere, la Modena che descrivi cambia nei tuoi romanzi oppure rimane immutata? E se sì quali cambiamenti ritieni più importanti?

La Modena che descrivo è quella che è in tempo reale. Ogni racconto è ambientato nell’anno solare precedente, quindi i cambiamenti sono quelli che vediamo davanti ai nostri occhi quotidianamente. Magari ogni tanto invento qualcosa, ci sta, ma in genere, palazzi, case, chiese, monumenti, vie, negozi… sono quelli veri. I cambiamenti sono quasi impercettibili, ma sono solo all’interno del romanzo, con l’avvicendarsi dei personaggi. 
E ti dirò, sto già scrivendo il prossimo e lì ci sarà davvero una gran rivoluzione.

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