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Nanotecnologie contro il glioblastoma, 2 milioni per la ricerca Unimore

L’ultimo bando, il decimo, EuroNanoMed Joint Transnational Calls per proposte innovative nell’ambito della medicina premia il progetto “Silk-fibroin interventional nano-trap for the treatment of glioblastoma” cui per l’Italia partecipano IRCCS di Reggio Emilia e Unmore

L’ultima call EuroNanoMed 2019 per proposte innovative nell’ambito della medicina ha approvato un progetto di circa 2 milioni di euro dal titolo “Silk-fibroin interventional nano-trap for the treatment of glioblastoma” al quale partecipano ricercatori dell’IRCCS di Reggio Emilia e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Tale proposta, coordinata dall’Università di Angers (Francia), si basa sulla cooperazione di 5 differenti partners europei, comprendente anche il centro Health Research Institute of the National Institute of Health Carlos III di Santiago de Compostela (Spagna) ed il Centre Hospitalier Universitaire Grenoble Alpes (Francia). Il progetto, che ha una durata triennale e che partirà nel gennaio 2020, consentirà di rafforzare ulteriormente la collaborazione tra l’IRCCS di Reggio Emilia e Unimore e si andrà ad esplicitare attraverso una task force mista con competenze trasversali dalla clinica alle neuroscienze e alla nanotecnologia.

Scopo del progetto è quello di ideare una nuova strategia per la gestione e cura del tumore cerebrale più maligno, il Glioblastoma Multiforme (GMB), pianificando, producendo e sperimentando sistemi nanotecnologici in grado di creare una “trappola” per le cellule tumorali residenti nel cervello ammalato. L’apporto del team italiano, che riceverà un contributo di 250.000,00 euro, sarà duplice: da una parte, sarà messa a disposizione l’esperienza in nanomedicina del gruppo di Unimore, coordinato dalla prof.ssa Barbara Ruozi, assieme al prof. Giovanni Tosi, per completare tutta la caratterizzazione tecnologica-formulativa dei diversi sistemi nanotecnologici, mentre gli aspetti più traslazionali e di applicazione in clinica saranno ad appannaggio dell’Unità di Neurologia guidata dal dott. Franco Valzania dell’IRCCS di Reggio Emilia, in collaborazione con il prof. Giuseppe Biagini del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore.

Il GBM è il tumore più comune e più maligno della famiglia e rappresenta il 60% di tutti i tumori del cervello. Colpisce con una incidenza di circa 10 casi/100.000 persone all’anno, ma la prognosi purtroppo non lascia scampo, con una media di sopravvivenza al massimo intorno a 1-2 anni. 

Tale partecipazione, che si inserisce ovviamente nelle strategie di internazionalizzazione dell’Ateneo emiliano per lo sviluppo di network internazionali, conferma un ruolo rilevante di Unimore nell’ambito della Nanomedicina tramite la piattaforma di Nanomedicina attiva da circa un anno in Unimore e rinsalda la stretta collaborazione già presente con IRCCS di Reggio Emilia, anche all’interno della Scuola di Dottorato in Clinical and Experimental Medicine, diretta dal prof. Giuseppe Biagini.

 “Per il gruppo neuro-oncologico della Neurologia dell’IRCCS, - dichiara il dott. Franco Valzania dell’IRCCS di Reggio Emilia - questo risultato è un importante riconoscimento ed uno stimolo a coltivare sempre di più, accanto alla applicazione della migliore pratica clinica, collaborazioni fattive nell’ambito della ricerca traslazionale. Sarà nostro obiettivo sviluppare i risultati del progetto affinché li si possa applicare in modo efficace nella cura del glioblastoma cerebrale, una malattia a prognosi sostanzialmente infausta”. “L’IRCCS di Reggio Emilia sta dimostrando una sempre maggiore capacità di competere a livello internazionale – aggiunge il dott. Massimo Costantini, Direttore Scientifico dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia –. Il finanziamento ottenuto per questo progetto insieme a Unimore è l’ennesima dimostrazione di questa crescita”.

Siamo ovviamente molto soddisfatti di questo risultato - dichiara la prof.ssa Barbara Ruozi del Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore - che premia lo sforzo di tutti noi ricercatori del Te.Far.T.I. e le ricerche in Nanomedicina della nostra Università. L’obiettivo è molto importante e l’approccio è altamente innovativo, ma confidiamo di raggiungere risultati rilevanti nel periodo di tempo del finanziamento con prove precliniche su diversi modelli animali, in grado di produrre una solida base per l’eventuale applicazione in campo clinico”.

 “Questo successo – commenta il prof. Giuseppe Biagini di Unimore - dimostra, da un lato, il ruolo strategico dei Corsi di Dottorato di Ricerca nel consentire la realizzazione di iniziative di collaborazione di ampio respiro nel contesto internazionale, in particolare quello europeo. Dall’altro lato, appare evidente come l’interdisciplinarietà sia indispensabile per poter aggredire con strumenti fortemente innovativi e auspicabilmente efficaci malattie che, da incurabili, potranno così accedere a nuove speranze”.

Giuseppe Biagini è professore ordinario di Fisiologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Unimore. Attualmente coordinatore del Corso di Dottorato di Ricerca in Medicina Clinica e Sperimentale, dirige il Laboratorio di Epilettologia Sperimentale. Ha pubblicato 102 articoli scientifici su riviste internazionali, vari capitoli di libro ed altri articoli su riviste scientifiche nazionali.

Barbara Ruozi è professore associato in Tecnologia Farmaceutica presso il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore. Ricercatore Te.Far.T.I. (Centro Interdipartimentale sulle Tecnologie Farmaceutiche Tradizionali ed Innovative). Membro della European Technology Platform for Nanomedicine, Controlled Release Society ed ADRITELF (Italia). Collabora con diverse case farmaceutiche (Chiesi, Pharmanutra, Lamp, Opocrin, COC farmaceutici) fornendo assistenza e consulenza nella formulazione tecnologica e caratterizzazione dei prodotti farmaceutici. Autore di più 100 articoli scientifici su riviste internazionali e diversi capitoli di libro.

Giovanni Tosi e professore associato in Tecnologia Farmaceutica presso il Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore. Delegato Scientifico per Unimore per la Piattaforma in Nanomedicina, Vice-Chair Nanotherapeutics della European Technology Platform for Nanomedicine. Lavora nel laboratorio Nanotech e fa parte del Te.Far.T.I.(Centro Interdipartimentale sulle Tecnologie Farmaceutiche Tradizionali ed Innovative). Autore di più 90 articoli scientifici su riviste internazionali. 

Franco Valzania, già Direttore dell’Unità di Neurofisiologia Clinica, attualmente è Direttore dell’Unità di Neurologia dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia. Accanto all'attività assistenziale, di insegnamento e di ricerca nelle tecniche avanzate intraoperatorie, il suo interesse nel campo clinico delle patologie del sistema nervoso e dei tumori cerebrali, tra i quali il Glioblastoma, lo ha portato alla pubblicazione di oltre 50 pubblicazioni su riviste scientifiche, svariati articoli e libri e comunicazioni a congressi. 

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