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Nove mesi di Sala Ibrida: 450 interventi effettuati dall’attivazione

Sono 450 gli intervertenti eseguiti nella Sala Operatoria Ibrida dell’Ospedale Civile di Baggiovara dalla sua attivazione, dal 21 marzo scorso al 20 dicembre. Ing. Garagnani: “Un ambiente di lavoro adeguato e aperto a miglioramenti futuri”

Nei primi nove mesi dalla sua attivazione, quindi, la nuova struttura, realizzata grazie alla generosità dei modenesi e inaugurata un anno fa, il 21 dicembre 2018, ha lavorato a pieno regime, con una media di oltre 40 interventi al mese, che hanno interessato tutte le specialità per le quali costituisce un decisivo sostegno: Cardiologia, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Generale d’Urgenza e Nuove Tecnologie, Endoscopia Digestiva, Neurochirurgia, Radiologia, Urologia.

 Per queste discipline, infatti, le grandi capacità diagnostiche dell’angiografo, unite alla flessibilità del parco operatorio, consentono di effettuare interventi complessi, in multi-equipe, in maniera mini - invasiva.

“I dati circa l’utilizzo e la varietà delle specialità coinvolte- precisa l’ing. Massimo Garagnani, Direttore del Servizio Unico Ingegneria Clinica - con le loro esigenze molto diverse, confermano le scelte adottate in termini di layout tecnologico orientate alla massima flessibilità nei più vari scenari operativi. La sala ibrida si è rivelata un ambiente di lavoro adeguato, sicuro ed aperto a implementazioni future”.

La sala ibrida è una particolare sala operatoria ad altissima tecnologia che include tecnologie diagnostiche dedicate. Nella sala così allestita si possono eseguire procedure chirurgiche e contestualmente effettuare una diagnosi immediata con possibilità di controlli e verifiche dell’andamento dell’intervento, senza spostare il paziente. Questo consente di agire con più precisione, tempestività e sicurezza in quanto l’intervento chirurgico può essere adattato all’evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale. La sala è pensata per essere compatibile con tecniche chirurgiche multidisciplinari e sempre meno invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche con conseguente riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente.

La sala è dotata di un sistema multimediale pensato per garantire in ogni situazione all’equipe la migliore visione qualsiasi segnale (video, audio, indagini radiologiche) necessarie per la corretta riuscita dell’intervento.

Queste caratteristiche rendono la Sala Ibrida davvero vantaggiosa nel campo dall'urgenza, emergenza e traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. 

Per la chirurgia vascolare - ha spiegato il Direttore, prof. Roberto Silingardi - 8 mesi di utilizzo di Sala Ibrida hanno significato oltre 330 interventi dal 21 marzo al 20 dicembre. L'utilizzo multidisciplinare dell’apparecchiatura angiografica avanzata ha consentito di effettuare interventi in equipe in particolare fra chirurghi vascolari e cardiologi interventisti costituendo un gruppo di professionisti dedicati al trattamento delle patologie complesse in particolare dell'arco dell'aorta. Particolarmente utile   è stato, in 18 casi, l'utilizzo della Sala Ibrida in patologie aortiche in urgenza. La Sala Ibrida ha permesso di migliorare la qualità delle procedure con tecniche avanzate di " FUSION IMAGING" e angiografie rotazionali”.

 “Da circa quattro mesi – ha spiegato il dottor Giacomo Pavesi, direttore della Neurochirurgia – utilizziamo la Sala Ibrida per due sedute settimanali con grande beneficio per interventi di neurochirurgia vascolare (angiomi e aneurismi cerebrali), per la chirurgia dell'epilessia, per la chirurgia della patologia neuro-oncologica e per interventi di chirurgia spinale complessa”.

 “In questi primi mesi – ha commentato il dottor Stefano Tondi, Direttore Cardiologia – abbiamo utilizzato la Sala Ibrida per svolgere alcuni interventi di chiusura percutanea del Forame Ovale Pervio, la PFO, cioè di quell’apertura che mette in comunicazione l'atrio destro con il sinistro a livello della fossa ovale attraverso un tunnel che, se la pressione nell'atrio di destra supera quella dell'atrio sinistro, può comportare un passaggio di sangue nell'atrio sinistro. A regime, la utilizzeremo per tutta la cardiologia strutturale, non solo le urgenze coronariche ma anche per impiantare le valvole cardiache in modo mini-invasivo.”

I Radiologi e i Neuroradiologi - ha spiegato il dottor Vincenzo Spina, Direttore della Radiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara - supportano il chirurgo nella gestione di pazienti politraumatizzati che presentano spesso emorragie molto estese che vengono trattate con tecniche di embolizzazione. Il neuroradiologo, poi, gestisce assieme al neurochirurgo le patologie vascolari, come gli aneurismi cerebrali”.

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