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Radioterapia, un nuovo acceleratore lineare per il Policlinico di Modena

Prosegue l’opera di potenziamento della dotazione tecnologica a beneficio della diagnosi e della cura delle patologie oncologiche: ogni anno 1.500 nuovi casi in provincia

Il 6 giugno è entrato in funzione, nella Radioterapia del Policlinico diretta dal prof. Frank Lohr, un nuovo Acceleratore Lineare in sostituzione di una precedente apparecchiatura ormai obsoleta. La nuova apparecchiatura è stata acquisita dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, con fondi propri, mediante gara regionale con la formula del noleggio per 10 anni che assicura anche la manutenzione e l'aggiornamento costante del sistema.  

Questa acquisizione è un ulteriore tassello della più ampia riqualificazione della Radioterapia e della Medicina Nucleare cominciata nel 2017, grazie anche al finanziamento Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e che si concluderà a ottobre con l’aggiornamento hardware della Tomotherapy che consentirà la massima interoperatività tra tutti gli acceleratori lineari.

La nuova macchina – commenta il prof. Frank Lohr – è dotata di un lettino robotizzato che garantisce un’altissima precisione del trattamento radiochirurgico anche sulle metastasi cerebrali multiple. Essa, soprattutto, consente di eseguire anche trattamenti in respiro atteso (breath hold), il cosiddetto "gating" che prevede che i pazienti respirino liberamente e che l’irradiazione sia sincronizzata con una prestabilita fase respiratoria in cui il tumore presenta una ridotta mobilità. Il sistema consente così di ottimizzare il trattamento dei tumori del polmone, fegato, pancreas e seno, limitando le radiazioni allo stretto necessario. Questo tipo di trattamento, ad esempio, è molto utile nella radioterapia della mammella perché riduce i possibili effetti negativi al cuoreGrazie alla grande esperienza maturata da medici e tecnici della Radioterapia, i nuovi dispositivi ci consentono in prospettiva di ampliare il campo di applicazione di questo trattamento ad altre patologie, come il tumore del pancreas. Da oggi, questa grave patologia può essere trattata nel migliore dei modi nell’ambito dei protocolli di ricerca che abbiamo in essere insieme alla Chirurgia Epato-bilio-pancreatica e all’Oncologia, in collaborazione con altri centri internazionali. Ancora, la nuova apparecchiatura consente un salto di qualità nella radioterapia del tumore del polmone. Il progetto realizzato insieme alla Fisica Sanitaria, al Servizio Tecnologie dell’Informazione e all’Ingegneria Clinica ha l’obiettivo di accelerare la generazione di piani di trattamenti complessi, sempre più richiesti come conseguenza di un aumento di sopravvivenza che richiede trattamenti radioterapici efficaci e mirati anche in pazienti con una malattia metastatica”. Il nuovo acceleratore è inoltre dotato di un sistema ecografico Stereotassico che permette il trattamento eco guidato da utilizzarsi in particolar modo per la cura della prostata.

L’acceleratore lineare – spiega il dottor Frank Lohr - è un apparecchio per trattamenti radioterapici che produce fasci di elettroni e di fotoni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio, costituito dalla massa tumorale.”. Trattamenti ad alta precisione facilitano l'integrazione di radioterapia e terapia sistemica (chemioterapia e immunoterapia). L’acceleratore lineare, infatti, lavora in sinergia con la PET/TC installata nella Medicina Nucleare diretta dal dottor Napoleone Prandini, un’apparecchiatura di diagnostica per immagini, per ottenere terapie sempre più mirate. La PET/TC unisce due tecnologie: la PET (Tomografia a emissione di positroni) che aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti; la TC (Tomografia computerizzata) che fornisce una chiara visualizzazione delle strutture anatomiche. La PET/TC permette di evidenziare le parti vitali del tumore consentendo al radioterapista di modulare le dosi personalizzandole in base al risultato della PET/TC. Analogamente la PET/TC permette di rimodulare il piano di trattamento radioterapico in funzione della riduzione della massa tumorale.

Sono circa 1.500 i nuovi casi di tumore seguiti annualmente dal Policlinico di Modena che complessivamente si occupa di circa 6.000 casi all’anno. Di questi, circa 2.000 usufruiscono di un trattamento radioterapico e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l’intera Provincia. La rete radioterapica provinciale modenese ha a disposizione una Tomotherapy e 4 acceleratori lineari, 3 al Policlinico di Modena, 1 all’Ospedale di Carpi.

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