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Sale giochi e "distanziometro", fra traslochi impossibili e il rischio illegalità

Una ricerca di Cbt Consulting mette in evidenzia i rischi connessi alla nuova legge che impone l'allontamento delle sale gioco dai centri urbani. Mentre l'associazione di categoria del settore chiede alla Regione lo stato di crisi

A rischiare il posto in Emilia-Romagna sono 4.344 addetti, tra agenzie scommesse, sale dedicate, sale bingo e sale giochi. Tutta colpa, secondo una ricerca, del cosiddetto "distanziometro" introdotto nella legge regionale sul gioco d'azzardo. In base alla ricerca realizzata nel luglio scorso da Cbt Consulting sui 21 principali Comuni dell'Emilia-Romagna (17% del territorio regionale e 48% della popolazione), risulta che il limite dei 500 metri dai luoghi sensibili, come scuole, ospedali e impianti sportivi, produrra' l'effettiva "espulsione" delle sale gioco dai centri abitati, decretandone di fatto la morte economica. 

"Oltre l'89% dei punti teoricamente consentiti per insediare sale giochi o sale scommesse sono in zone rurali o suburbane, solo l'1% in zone centrali. Ma dall'analisi quantitativa che siamo andati poi a fare- spiega Vincenzo Turi di Ctb- risulta che in oltre il 99% dei casi quei punti sono comunque non consentiti dalle norme o non fattibili".

Se in alcuni municipi dell'Emilia-Romagna l'impossibilita' a trasferirsi in una sede alternativo raggiunge il 100% (Bagno di Romagna, Riccione, Imola e Sassuolo), i luoghi piu' 'favorevoli' sono quelli di Cento, Rimini, Formigine, Piacenza, Bologna e Modena: ma anche qui una sede alternativa e' impossibile nel 99,4% dei casi. Ma "e' un luogo sensibile un luogo di culto aperto per due ore alla settimana", si chiede Andrea Strata di Eurispes, intervenuto alla presentazione dello studio commissionato dalla multinazionale del gioco legale Codere, oggi nella sede di Nomisma a Bologna. Per Eurispes il distanziometro e' "controproducente" e lo stesso Istituto superiore di sanita', ricorda Strata, "sostiene che i giocatori patologici preferiscono giocare lontano da casa". 

La tesi espressa da Marco Zega, direttore finanza e relazioni istituzionali di Codere Italia, e' che una legge come quella approvata dall'Emilia-Romagna "e' l'humus in cui proliferano le organizzazioni para-legali, cosi' lo stato perde gettito e i giocatori vengono lasciati in mano ad operatori senza scrupoli. 

"Stiamo creando una distorsione della concorrenza a favore delle mafie", attacca il presidente Aira (associazione responsabili antiriciclaggio) Ranieri Razzante. "Il proibizionismo dirotta il gioco legale verso le bische clandestine e il lotto illegale. Ai ludopati dico non giocate, come ad un alcolista consiglio di non bere".

Nel frattempo, il presidente di Astro, Massimiliano Pucci, rende noto attraverso l'agenzia Agipronews: "Abbiamo inviato alla Regione Emilia Romagna una lettera in cui chiediamo l’apertura dello stato di crisi delle imprese specializzate nel gioco, che stanno chiudendo a causa dell’applicazione del distanziometro previsto dalla legge regionale. Bisogna evitare che la situazione precipiti come in Piemonte, dove - a seguito dell’entrata in vigore della legge regionale - la raccolta è rimasta sostanzialmente invariata e la Guardia di Finanza ha evidenziato, nel corso di un’audizione, l’aumento dell’evasione legata al gioco d’azzardo, quintuplicata nei primi sei mesi del 2018".

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