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Ricerca. La Nanomedicina di Unimore punta a sconfiggere la "mucca pazza"

Il gruppo di Nanomedicina del Te.Far.Ti incassa un finanziamento internazionale della Creutzfeldt-Jakob Disease Foundation. La ricerca indaga i nuovi approcci per la terapia delle malattie prioniche

La Nanomedicina di Unimore ancora premiata con un finanziamento internazionale. Lo studio finanziato dalla Creutzfeldt-Jakob Disease Foundation è il progetto del Te.Far.Ti di Unimore che indaga i nuovi approcci per la terapia delle malattie prioniche, in particolare l’utilizzo di nanoparticelle polimeriche direzionate al Sistema Nervoso Centrale e veicolanti un nuovo farmaco contro le prionosi come la malattia di Creutzfeldt-Jakob, la così detta “Mucca Pazza”.

Il progetto si propone di sviluppare una nuova possibile terapia per la malattia da Prioni, che ad oggi non ha alcun tipo di diagnosi efficace, né tantomeno di trattamento. Lo studio finanziato si pone l’obiettivo di raggiungere, oltre alla messa a punto della nanotecnologia necessaria, risultati preclinici in modelli animali di prionosi e quindi dare un nuovo impulso all’avanzamento e alla translabilità di questo approccio innovativo.

Il progetto sarà sviluppato dal gruppo Te.Far.Ti di Unimore composto dai proff. Giovanni Tosi, Barbara Ruozi, Maria Angela Vandelli e Flavio Forni del Dipartimento di Scienze della Vita, in collaborazione con il prof. Roberto Chiesa, coordinatore del Laboratorio di Neurobiologia dei Prioni del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Farmacologico Mario Negri.

“L’Istituto Farmacologico Mario Negri ha ormai da anni una consolidata collaborazione con la nostra università e in particolare rivolta alle innovazioni nelle terapie di patologie del Sistema Nervoso Centrale. Questo progetto– commenta il prof. Giovanni Tosi, responsabile del progetto e coordinatore della piattaforma in Nanomedicina di Unimoree responsabile scientifico per Unimore all’interno della European Technology Platform for Nanomedicine –  nonostante nasca da uno studio relativamente giovane, ha però raggiunto risultati preliminari molto promettenti, tanto da permettere la competizione e il finanziamento da  parte di una delle principali fondazioni internazionali sulla Creutzfeldt-Jakob. Il finanziamento ha una connotazione internazionale, ma assume un valore etico e di responsabilità scientifica, come ricercatori e scienziati ancora maggiore, in quanto queste fondazioni sono finanziate da pazienti o da parenti di pazienti che hanno investito i loro risparmi e puntato sullo sviluppo delle nostre ricerche e ai quali risponderemo con il nostro massimo impegno, sperando di ottenere risultati sempre più rilevanti”.

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