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Critiche al piano industriale di CNHI, la Fiom sciopera e manifesta

Questa mattina presidio dei lavoratori guidati dalla Fiom in via Pico della Mirandola. Nel mirino del sindacato le manovre finanziarie del gruppo Fca

Un centinaio di lavoratori, tra metalmeccanici della CNHI modenese e delle aziende dell'indotto, hanno sfilato questa mattina tra via Ramelli e via Pico della Mirandola, presidiando poi con un comizio i cancelli dello stabilimento modenese New Holland. La manifestazione è stata indetta a corredo dello sciopero di due ore.

La Fiom Cgil - con il segretario provinciale Pizzolla e quello regionale Lodi -  ha espresso solidarità ai lavoratori di Prignano Milanese e ha sottolineato in particolare lo scostamento tra il piano finanziario presentato a inizio settembre con tutti gli indicatori in forte crescita (fatturato, Ebit, rendimento delle attività industriali), piano accolto con favore da borsa e azionisti con tanto di brindisi, e il piano produttivo ed occupazionale illustrato a Torino il 1° ottobre che presenta invece un conto salatissimo ai lavoratori del gruppo con chiusure di stabilimenti, esuberi di personale e ricorso ad ammortizzatori sociali.

Infatti, il piano industriale prevede la chiusura entro la fine del 2022 dello stabilimento di Pregnana Milanese (260 addetti), la trasformazione del sito produttivo di San Mauro Torinese in piattaforma logistica, che non sarà in grado di riassorbire tutti i lavoratori presenti oggi nel plant, l’apertura di nuove procedure di cassa integrazione a San Mauro e incertezze su altri stabilimenti legate all’andamento del piano in relazione al mercato.

A Modena al momento non sono previsti tagli, ma da questo piano industriale ne escono più deboli tutti i lavoratori, per una riduzione della capacità industriale istallata di CNHI, in quanto nel 2019 è obiettivo della proprietà procedere allo spin off di Iveco. Sono anni che CNHI ristruttura basti pensare alle chiusure di Imola e Irisbus.

Il numero uno della Cgil locale, Manuelea Gozzi, ha sottolineato anche un dato emerso proprio di recente: la provincia di Modena si conferma essere il territorio dell’Emilia-Romagna in cui le aziende hanno fatto, nel 2019, più ricorso alla cassa integrazione guadagni. Infatti, secondo i dati forniti dall’Inps, nel periodo tra gennaio ed agosto 2019 le ore di cassa integrazione autorizzate sono pari a 2.994.460, esattamente il doppio rispetto a quanto fatto registrare per lo stesso periodo del 2018 (1.430.556).

Il dato è particolarmente allarmante, basti pensare che il territorio modenese supera nel ricorso alla cassa integrazione anche il territorio di Bologna (che si “ferma” a poco più di 2,4 milioni di ore), attestandosi per triste distacco a prima provincia in regione.

“In una situazione in cui il territorio versa già in condizioni complicate e di fronte alle sfide che attendono questo territorio e il Paese - spiega la Cgil - ci sarebbe bisogno di relazioni industriali trasparenti e di qualità; ci sarebbe bisogno di vere politiche industriali, in grado di far progredire complessivamente il nostro territorio, senza che, come pare continui ad essere, le scelte siano guidate principalmente da logiche di profitto”.

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