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Fiume Secchia. Al via cantiere per la messa in sicurezza di 35 km di argini

La tragedia di Casteldaccia, il paese vicino a Palermo dove sabato sera nove persone sono morte travolte da un torrente in piena, ha riportato alla mente l’esondazione del Secchia, avvenuta nel 2014

La buona notizia è che quell’evento ha insegnato qualcosa, almeno nel nostro territorio. Lo confermano i lavori del secondo stralcio sugli argini del Secchia che partono entro fine novembre e si concludono tra due anni. Leonardo Luppi, presidente della Batea, la cooperativa di Concordia (aderente a Confcooperative Modena) capogruppo dell’associazione temporanea d’impresa formata anche da Comisa di Modena, Fea di Modena e Zaccaria di Montese cui l’Aipo ha assegnato i lavori spiega: "L'intervento riguarda la messa in sicurezza delle arginature da Bastiglia al confine mantovano, un tratto di fiume di circa 35 km. I lavori consistono nel rialzo e ringrosso degli argini dove è necessario, in particolare nei tratti a destra e sinistra tra Bastiglia e Soliera e a valle destra e sinistra tra San Possidonio e Concordia."

"Inoltre - continua Luppi - ci saranno interventi di consolidamento con diaframmi strutturali, scogliere in pietrame e opere di impermeabilizzazione arginale nei punti in cui in passato, nei momenti di piena, si sono verificati fenomeni di infiltrazione verso l’esterno. Infine nelle arginature interessate dai rialzi e ringrossi saranno posizionate reti per evitare che volpi, nutrie e tassi costruiscano tane, causa della rottura dell’argine nell’esondazione del Secchia nel 2014." L’appalto vale undici milioni di euro. Da segnalare che il raggruppamento d’imprese non se l’è aggiudicato grazie al maggior ribasso sulla base d’asta, bensì in virtù delle migliorie tecniche suggerite. Per esempio, oltre agli interventi nel sottosuolo, sarà migliorata la viabilità arginale con la formazione di nuove piste in sommità. 

Del resto in questo campo la cooperativa Batea – acronimo di “braccianti, agricoli, terrazzieri, edili e affini” - possiede un know how che poche altre imprese italiane possono vantare. Nata nel 1949, per 40 anni ha svolto la sua attività attorno ai fiumi, prevalentemente Secchia, Panaro e Po. La cooperativa era specializzata, infatti, in lavori fluviali e difesa del suolo, cioè protezione delle arginature, rialzi, ringrossi, movimenti di terra nei bacini ecc. All'inizio degli anni Novanta la Batea ha cominciato a realizzare anche attività infrastrutturali, urbanizzazioni primarie e secondarie, condotte, fognature. Nel 2000 ha ottenuto la certificazione di qualità Iso 9001, successivamente la Iso 14001 per la gestione ambientale e la 18001 per la gestione della sicurezza. 

Oggi la cooperativa concordiese lavora in tutto il Nord Italia. Nel 2013 ha vinto l'appalto per i lavori di ricostruzione del canale Villoresi, uno dei canali artificiali più lunghi d'Italia. Servito per approvvigionare di acqua la piastra che ha ospitato l'Expo 2015, è utilizzato dai consorzi di bonifica per l'irrigazione.  La Batea ha quindici soci, trenta dipendenti, fattura circa dieci milioni di euro l’anno e lavora prevalentemente con gli enti pubblici. Attualmente è impegnata nella messa in sicurezza della sede di via dei Servi dell’istituto d’arte Venturi di Modena.

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