Terapie cellulari, Modena sperimenterà gli studi clinici oncologici
Il tumore del pancreas, i neuroblastomi pediatrici, i tumori cerebrali e le leucemie i principali bersagli delle terapie in studi clinici controllati sviluppati a Modena
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, grazie alla forte sinergia tra ricerca e assistenza e agli importanti investimenti in tecnologia diagnostica e terapeutica, si avvia a diventare un centro di riferimento a livello nazionale per lo sviluppo di Terapie Cellulari in Oncologia. Dal 1° di maggio l’Azienda ha istituito un programma dal titolo Terapie cellulari e immuno-oncologia, affidato al Prof. Massimo Dominici, già responsabile dei Laboratori di ricerca di Terapie cellulari, con lo scopo di favorire una rete di collaborazioni aziendale e regionale con i professionisti interessati allo sviluppo di terapie a base di cellule, incluse le cellule staminali e le cellule dell’immunità.
Oltre all’oncologia, il programma di ricerca ad impatto assistenziale vuole trasferire 15 anni di ricerca sulle cellule in vari settori della medicina e della chirurgia grazie anche a collaborazioni in ambito ematologico, radioterapico, pediatrico, ortopedico, reumatologico, della chirurgia ricostruttiva e plastica, della chirurgia toracica e epato-bilio-pancreatica, della pneumologia, della neurochirurgia e della dermatologia. “In sostanza– spiega il dottor Massimo Dominici- si tratta di rendere fruibili tecnologie per lo sviluppo di terapie avanzate a vari specialisti operanti nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena al fine di trasferire in ambito clinico strategie di cura sperimentali volte a risolvere problematiche cliniche ancora insolute, con un focus particolare alla cura dei tumori e di patologie d’organo di pertinenza oncologica (anche post-chirurgiche, post-attiniche o legate ai trattamenti medici)”. Il programma si occuperà di sviluppare studi clinici di Fase 1 (che attestano la sicurezza) e di Fase 2 (che l’efficacia) che costituiscono le prime fasi di studio sull’uomo dei farmaci, che hanno come obiettivo primario tumori orfani e patologie ancora prive di trattamenti standard.
Il programma coinvolgerà il personale dei Laboratori di Ricerca, di cui è responsabile lo stesso prof. Dominici e che di recente, grazie a un’importante donazione, si è arricchito di un analizzatore di esosomi/microvescicole, un’apparecchiatura in grado di analizzare il “pulviscolo” che le cellule disperdono nel sangue alla ricerca di “tracce” di tumori o virus. Inoltre, potranno essere coinvolti medici e personale infermieristico di altre importanti strutture assistenziali dell’Azienda per le loro rilevanti competenze.
Infine, le attività di ricerca prevedono una possibile collaborazione pubblico-privato volta a presentare il programma come partner per strategie di cura sviluppate dal mondo farmaceutico nell’ambito di terapie cellulari/geniche e di immunoterapia. Questo grazie anche ad una condivisione di know-how nel settore e grazie alla presenza di reti di collaborazione nazionali ed internazionali. In questo ambito è fondamentale la collaborazione col tecnopolo di Mirandola.
“L’utilizzo di cellule quali presidi terapeutici in medicina– spiega il dottor Massimo Dominici- origina nei trapianti di midollo per le patologie ematologiche. Tuttavia, grazie allo sviluppo tecnologico, è ora possibile ampliare lo spettro delle patologie che potrebbero beneficiare di terapie a base di cellule. Con il mio gruppo di ricerca ci siamo occupati di creare nuovi presidi terapeutici aventi come elementi attivi le cellule e l’immunità. Grazie all’introduzione di tecniche d’ingegneria genica abbiamo modificato cellule staminali e linfociti con lo scopo di generare e potenziare, rispettivamente, le azioni antitumorali”.Attualmente il focus principale è il trattamento del tumore pancreatico prevedendo di arrivare ad uno studio di terapia genica nell’uomo di fase I/II nel 2020. Altri possibili bersagli sono i mesoteliomi ed alcuni rare forme di sarcomi”.