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Coagulazione del sangue e coronavirus: due nuove sperimentazioni negli ospedali modenesi

Due studi approvati dall’AIFA e dal Comitato Etico, uno su Eparina e steroidi  con 210 pazienti e l'altro sull’Enoxaparina con 300 pazienti

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena in prima linea nella sperimentazione di nuovi approcci terapeutici per affrontare il COVID19Nei giorni scorsi, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha dato parere positivo all’attivazione di due protocolli di ricerca che riguardano i farmaci che intervengono sul rischio di trombosi: quello sull’uso dell’Eparina e degli steroidi coordinato dal prof. Massimo Girardis direttore dell’Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico e quello sull’Enoxaparina, coordinato dott. Marco Marietta, Responsabile della Struttura Semplice di Malattie della Coagulazione, attiva all’interno della Struttura Complessa di Ematologia del Policlinico, diretta dal prof. Mario Luppi.

L’idea di questi studi nasce da diverse considerazioni e osservazioni Cliniche fatte durante questo periodo emergenziale - hanno spiegato il dott. Marco Marietta Principal Investigator dello studio COVID-19 HD e il prof. Massimo Girardis, Principal Investigator dello studio STAUNCH-19 - La prima è costituita dall’osservazione che molti pazienti COVID-19 presentano segni di profonda alterazione dei meccanismi emostatici in grado di indurre uno stato di ipercoagulabilità e di condizionarne negativamente la prognosi. Da qui l’idea che i farmaci anticoagulanti, ed in particolare l’eparina, possano migliorare il decorso della patologia. La seconda considerazione riguarda la consapevolezza che COVID-19 è una patologia complessa, che si sviluppa in diverse fasi e stati che richiedono approcci terapeutici diversi. La terza, ma non meno importante è che questi mesi di epidemia da SARS-CoV2 hanno evidenziato che la mortalità dei pazienti, che richiedono ricovero in terapia intensive, è molto elevata, oscillando tra il 40 e l’80%. Questa mortalità è principalmente dovuta alle disfunzioni respiratorie ed endoteliali causate da una eccessiva attivazione della risposta infiammatoria e della conseguente attivazione del sistema della coagulazione”.

I protocolli di studio sono stati sviluppati grazie al fondamentale contributo del prof. Roberto D’Amico, Responsabile dell’Unità di Supporto Statistico Metodologico alla Ricerca Clinica, del dott. Pasquale Mighali, Study Coordinator, e dell’Ing. Informatico Roberto Vicini afferenti tutti al Servizio Formazione, Ricerca e Innovazione dell’AOU di Modena diretto dalla dott.ssa Paola Vandelli.

Studio Eparina e steroidi

"Da Intensivisti – spiega il prof. Girardis - la nostra ipotesi è che un approccio rivolto sia alla modulazione dello stato infiammatorio sia allo stato coagulativo migliori la sopravvivenza nei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva con COVID-19Lo studio clinico che coordino verificherà se il trattamento combinato con eparina a dosaggi terapeutici e corticosteroidi sia in grado di ridurre la mortalità dei pazienti ricoverati in terapia intensiva con insufficienza respiratoria severa e stato iper-infiammatorio da SARS-CoV-2 rispetto all’utilizzo della sola eparina a dosaggio profilattico, già impiegata nella normale pratica clinica”. Lo studio coinvolgerà oltre alla Terapia Intensiva del Policlinico anche altre 7 terapie intensive dislocate su tutto il territorio italiano (Monza, Udine, Bologna, Pisa, Ancona, Foggia Sassari) e 210 pazienti complessivamente.

L’eventuale conferma dell'efficacia di questo trattamento composito potrebbe portare ad una revisione dell'attuale approccio clinico al trattamento dei pazienti critici con polmonite da infezione da COVID-19.

Studio Enoxaparina

Lo studio che coordino – ci spiega il dott. Mariettasi pone idealmente subito a monte di quello coordinato dal Professor Girardis, in quanto valuta in modo randomizzato l’efficacia e la sicurezza di due dosaggi di enoxaparina (basso dosaggio: 4000 UI/die; alto dosaggio: 70 UI/kg ogni 12 ore) in pazienti COVID-19 con polmonite grave coagulopatia e che non richiedono ricovero in Terapia Intensiva e dell’utilizzo della ventilazione meccanica invasiva”.

Si tratta di uno studio multicentrico che prevede l’arruolamento di circa 300 pazienti e la partecipazione di 6 UO dell’AOU di Modena e 4 UO dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Piacenza. Su mandato della CTS AIFA, è prevista un’analisi ad interim durante la quale verranno messi in comune i risultati dello studio COVID-19 HD con quelli ottenuti da uno studio analogo presentato dall’Ospedale Sacco di Milano, al fine di ottenere più informazioni sul quesito affrontato nel minor tempo possibile.

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