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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Motor Valley Fest, i big dell'automotive a teatro per discutere del futuro

Tanti interventi nella cornice del Comunale "Pavarotti", dove si è svolta la tavola rotonda per l'edizione digitale della kermesse motoristica

Le nuove tecnologie imposte dal lockdown torneranno più che utili, ad esempio per avvicinare via social quei giovani ancora freddi su motori e bolidi, a differenza dei loro appassionati coetanei di 30 anni prima che li truccavano. L'emergenza coronavirus può e deve essere quindi un'opportunità per ripartire anche per l'automotive, che dovrà rispondere, col rilancio dell'elettrico ma non solo, alle pulsioni verso un mondo più pulito innescate dall'emergenza sanitaria. 

È l'essenza del dibattito tra i big del settore oggi a Modena, nel giorno in cui al teatro Luciano Pavarotti va in scena la prima giornata della seconda edizione del Motor Valley Fest, rigorosamente online. La kermesse che ha raccolto l'eredità del Motor Show ragiona su come ripartire, in vista delle imminenti riaperture post-Covid ma anche più in là. Il grande cuore, la forza e lo spirito di squadra della Motor Valley sono ancora una volta motivo di orgoglio per tutti noi, anche in un momento così delicato. 

"Riaccendiamo insieme i motori dell'Emilia-Romagna", dà la carica aprendo i lavori in teatro il presidente della Regione Stefano Bonaccini, mentre il sindaco Gian Carlo Muzzarelli cita in città l'area Masa, 'Modena automotive smart areà, il laboratorio di mobilità pubblica ed elettrica in cui spicca l'auto a guida autonoma portato avanti con Unimore.

Intanto, dà il polso del nuovo clima che si respira nell'automotive Enrico Galliera, chief marketing and commercial officer di Ferrari: "L'approccio nuovo che usa molto di più le nuove tecnologie per stare in contatto coi clienti sostituirà completamente l'esperienza fisica? Lo spero, ma non credo succederà. Il valore dei nostri prodotti lo scopri sedendoti e annusando l'odore della pelle dei sedili, sentendo il rombo e la scarica di adrenalina quando acceleri in strada o in pista, pur facendo attenzione ai limiti. Sono cose impagabili". Quindi, un'azienda come Ferrari "oggi dice certamente non mi metto le fette sugli occhi, ma non credo nemmeno stia completamente cambiando tutto. I nostri prodotti- rimarca Galliera- non sono necessari ma sono unici: sono quasi degli oggetti di arte, di arte tecnologica. Ci sono clienti che mi hanno detto 'non vedo l'ora che mi arrivi la Ferrari così me la guardo e me la annuso in garage, visto che ora col lockdown ho tanto tempo'. In un momento di distanziamento sociale e di meno occasioni che ci emozionano, l'auto, per chi ama questo genere di cose, può dare tante emozioni. Quindi, potremmo essere ancora più vincenti in futuro".

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