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Picchetti e accuse, Italpizza alza la voce e salta la trattativa

Nulal di fatto nell'incontro tra l'avvocato dell'azienda e i manifestanti. La dirigenza diffonde un volantino tra i commercianti della ozna, che fa infuriare il sindacato

È stato archiviato anche i quinto giorno consecutivo di proteste a San Donnino, una giornata che sotto il profilo dell'ordine pubblico si è rivelata meno problematica di quella di giovedì, dove gli scontri si erano susseguiti per ore con il conseguente blocco della viabilità. Sulla vertenza Italpizza, tuttavia, si continuano ad addensare nuvole pesanti: da un lato SI Cobas prosegue la sua azione di disturbo ai cancelli e dall'altro l'azienda esasperata si espone sempre più pubblicamente, lanciando accuse ai manifestanti e invicando interventi risolutori da parte delle autorità.

Ieri si sono aperti in prima battuta spiragli di dialogo, incentivati da un incontro tenuto in una saletta riservata dell'hotel Baia del Re tra il sindacato autonomo e l'avvocato di Italpizza. "La condizione concordata a questo incontro per la cessazione dello sciopero era molto semplice: che le lavoratrici segregate nelle ultime settimane alle pulizie sui tetti o nei piazzali tornassero al loro posto di lavoro di sempre, alla stenditura e farcitura delle pizze; e che venissero ritirate le nuove sospensioni ai delegati sindacali - spiega il sindacato - Non chiedevamo certo la luna. Nel tardo pomeriggio tutte le illusioni sulla volontà dell'azienda e delle cooperative di percorrere la strada del dialogo sono sfumate: Italpizza ha estromesso l'avvocato con cui eravamo in trattativa, che ha abbandonato lo stabilimento, riprendendo la strada dello scontro".

L'azienda non ha commentato l'accaduto in nessun modo ufficiale, ma è passata al contrattacco con la diffusione di un volantino, indirizzato alle attività commerciali dell'area di San Donnino. Nel testo la direzione aziendale "esprime rammarico" per i disagi causati dalla protesta, spiegando: "Siamo finiti al centro dell'attenzione di un gruppo di violenti, denominati Si Cobas, sostenuti da facinorosi estremisti dei centri sociali, che nulla hanno a che fare con le organizzazioni Sindacali Confederali. Molti dei loro dirigenti sono pregiudicati e i loro vertici, anche in questi giorni, sono sotto processo. Ciò che rivendicano e affermano non corrisponde assolutamente al vero".

Questo ha chiuso ogni speranza di dialogo. Si Cobas ha commentato: "Italpizza non vuole al suo interno gli iscritti al sindacato, in particolare il famoso gruppo delle 13 donne e uomini reintegrati in virtù dell'accordo prefettizio, non accetta di parlare con il S.I. Cobas, che pure rappresenta oltre cento dipendenti, non riconosce l'accordo sottoscritto in prefettura. Non sappiamo cosa sia cambiato in quelle ore, non ci è stata data alcuna spiegazione in merito, solo la chiusura completa ed improvvisa della trattativa. Nel frattempo le istituzioni continuano a tacere. Un silenzio assordante. Che cosa aspetta la prefettura ad intervenire? Perché invece di convocare un tavolo di confronto, che ormai tutta la città reclama, si preferisce chiudere le strade e mandare i reparti antisommossa a bastonare i lavoratori?".

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