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L'angolo del tifo gialloblu

L'angolo del tifo gialloblu

A cura di Giovanni Saguatti

Via Divisione Acqui

L'intervista | Antoine, speaker e icona dello sport gialloblu

Un nome speciale per il pubblico e per i giocatori della pallavolo modenese: lo speaker Antoine, assoluto protagonista a bordo campo, protagonista che carica giocatori e tifosi, idolo di molti giornalisti e non. Lo speaker modenese adottato dalla Curva Ghirlandina è amante dello sport in generale, che sia calcio, pallavolo o altro: ha commentato le imprese della Longobarda, il Modena del calcio arrivato in serie A e le innumerevoli finali del Modena Volley.

Antonio Nanni, in arte Antoine è speaker, giornalista in più DJ radiofonico, insomma una brillante carriera con tanto di laurea in economia e diploma da geometria all'istituto Guarini. Antoine ha lavorato per il Modena calcio, volley, per Trc, ha fatto il Dj e ha collaborato per alcune radio locali. Ora come ora, raggiunto il traguardo dei sessantacinque anni, resta uno deigli speaker più apprezzati, grazie alla sua foga, alla grinta e alla adrenalina che mette nel commentare e che riesce a trasmettere ai tifosi.

Come ci si sente ad essere uno dei migliori speaker del mondo?
Dopo aver vissuto diverse ere di "spikeraggio" mi sento un usato sicuro, ma sempre desideroso di rispettare i desideri del pubblico e degli atleti.

Cos'è per te il volley?
La pallavolo, sia maschile che femminile, è un compendio di forza, agilità, prontezza di riflessi e tecnica, unite dal concetto di squadra.

Ti piace più calcio o volley, per quali ragioni?
Per tanti anni ho usato la voce e la passione per il "povero Modena calcio", vivendo con la stessa intensità la serie C1 e la cavalcata della "Longobarda" di Gianni De Biasi, allenatore che in tre anni ci portò dalla serie C alla serie A. Sono due grandi amori, non riesco a discriminarli.

Qual'è la partita più bella che hai vissuto a Modena (per il volley) da protagonista? Perchè anche tu sei protagonista al palazzetto...
Quarant'anni di sfide non permettono classifiche. Ho commentato finali di tutti i tipi. Ho sofferto e gioito. Ho sostenuto i giocatori più forti al mondo. Ho sempre rispettato tutti anche avversari, e quando tornano a Modena mi salutano con rispetto, è un onore.

Che legame c'è tra te e l'ambiente sportivo modenese?
Massimo rispetto e completa condivisione per ogni inziativa coreografica che possa portare entusiasmo e partecipazione. Come si può ignorare l'amore dei tifosi per i propri atleti?

Qual'è il tuo giocatore preferito per quanto riguarda la storia attuale e non di Modena Volley, e il suo soprannome dato da te?
Dirò sempre grazie a Cantagalli, Bernardi, Lucchetta, Bertoli, Vullo ed insieme a Panini mi accettarono nel luogo che chiamai Il Tempio del Volley. Dare soprannomi è facile, renderli indimenticabili è raro e unico. Oggi amo Luca Vettori e Earvin, Zuppa Inglese N'Gapeth.

Meglio giornalista, speaker o DJ? E perchè?
La radio e lo sport sono stati la mia famiglia.

All'inizio della tua carriera pensavi di diventare così famoso? Ora che sensazioni provi rispetto a quelle che provavi quando eri alle prime armi?
La notorietà non l'ho mai comprata. Mi trovo ancora oggi ad ascoltare con piacere le storie di qualsiasi persona. Se mi salutano ringrazio. Se li vedo li coinvolgo io per primo e ne sono felice.

E' dura la vita dello speaker? Quali sono le difficoltà?
Se si vince non c'è bisogno del sottoscritto, non sono un giornalista, ma un raccoglitore di notizie.

Tornassi indietro rifaresti la strada che hai percorso?
Certamente, a 65 anni sarò l'unico a ringraziare la Fornero, che mi " costringe" a proseguire ancora almeno per altri due campionati. Amo definirmi il più vecchio speaker che ci sia. Ringrazio infine chi mi tollera e chi si lascia coinvolgere dal sottoscritto.

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