rotate-mobile
SIMOvies

SIMOvies

A cura di Simone Grillini

L’uomo del labirinto – La conferma italiana

Un cast d’eccezione per un film italiano di altrettanto alto livello che dimostra di non avere niente da invidiare alle grandi produzioni americane. Voto: 7,5

“La caccia non là fuori, ma dentro la tua mente!”

Samantha Andretti è una ragazza che un giorno, mentre andava a scuola, è stata rapita da una losca figura. Dopo quindici anni dalla sua scomparsa viene ritrovata e portata in ospedale. Qui è presente un profiler che cerca di aiutare la ragazza a recuperare la memoria persa. Nel frattempo, il detective Bruno Genko aveva un conto in sospeso con il caso riguardante la scomparsa di Samantha e per tale ragione decide di cominciare le indagini sul rapitore.

Dopo "La ragazza nella nebbia", Donato Carrisi torna al cinema alla regia di una pellicola più ambiziosa sempre tratta da un suo omonimo libro. La storia, molto intricata e appassionante, è in grado di dare allo spettatore una graduale crescita di suspense e tensione fino alla fine. Inoltre il film è un susseguirsi di colpi di scena ben congegnati fra loro che riescono perfettamente nello scopo di sorprendere e, come se non bastasse, ci sono anche diversi riferimenti ad alcuni celebri libri scritti dal regista stesso. Carrisi ha voluto sfidare lo spettatore; infatti per chi volesse andare al cinema per staccare il cervello questo non è senza alcun dubbio il lungometraggio più adeguato. Al contrario, saranno soddisfatti tutti coloro che cercano un qualcosa di più impegnativo ed elaborato che merita una particolare attenzione durante la visione. 

In alcuni tratti però si nota che la pellicola non è altro che una trasposizione di un libro. Infatti, in diversi momenti, per la costruzione di alcuni dialoghi o per la messa in scena di determinate vicende, viene fuori quel lato più da scrittore che caratterizza Carrisi e purtroppo non funziona su grande schermo. Questa è la pecca di maggior rilievo perché quando ciò accade spezza il ritmo che si era creato, distogliendo l’attenzione dello spettatore.

Del resto non si può che lodare una fotografia ispirata ed una colonna sonora ben coesa con le diverse sequenze. Non male nemmeno il montaggio, che in più occasioni ha ricoperto un ruolo chiave, ed anche la regia di Donato Carrisi, che si conferma un regista promettente come aveva dimostrato di essere a seguito del suo primo lavoro “La ragazza nella nebbia”.

Infine è necessario far menzione dell’interpretazione da parte di un cast d’eccezione: primi fra tutti Toni Servillo e Dustin Hoffman. Discreta è anche Valentina Bellè in una parte piuttosto complicata. Ad aiutare a rendere i loro personaggi credibili ed interessanti ci ha pensato una scrittura intelligente che, a parte qualche ruolo secondario, è riuscita caratterizzarli al meglio, in particolar modo il detective Bruno Genko e il profiler Dottor Green.

L’uomo del labirinto” è un thriller psicologico molto interessante che piacerà a tutti gli amanti del genere. Inoltre tale pellicola è una conferma del fatto che il cinema italiano è tutt’altro che morto, ma è in continua crescita anno dopo anno e per questa ragione deve essere supportato, da noi italiani in particolar modo.

Si parla di

L’uomo del labirinto – La conferma italiana

ModenaToday è in caricamento