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Cronaca

Acheon Project, Unimore guida la ricerca contro l'inquinamento del volo

Il progetto di ricerca internazionale ACHEON, dedicato a sistemi innovativi in aeronautica per la realizzazione di vettori aerei più sicuri e meno inquinanti, di cui Unimore è capofila, giunge alla fase conclusiva dopo due anni di lavoro. Il meeting conclusivo venerdì 28 novembre

Un sistema di propulsione aerea capace di orientare il flusso e la spinta senza alcuna parte meccanica in movimento, questo il rivoluzionario obiettivo del Progetto ACHEON - Aerial Coanda High Efficiency Orienting-jet Nozzle, finanziato dalla Commissione Europea. Il Progetto, coordinato da UNIMORE, ha visto impegnate 6 realtà di eccellenza di 4 diversi paesi europei: Nimbus SRL (Italia), Reggio Emilia Innovazione (Italia), Universidade da Beira Interior (Portogallo), Vrije Universiteit Brussel (Belgio) e University of Lincoln (Regno Unito).

Il meeting conclusivo in cui i partner internazionali si confronteranno sui risultati a cui son pervenuti, prevede anche un momento di riflessione aperto al pubblico per mostrare le prospettive future del tutto nuove nel settore aerospaziale. L’appuntamento è  per venerdì 28 novembre alle ore 16.30 al padiglione Buccola – Campus S. Lazzaro (viale Amendola, 2), a Reggio Emilia alla presenza del Rettore di UNIMORE, prof. Angelo O. Andrisano.

Il tutto è partito nel 2011, con un ambizioso progetto europeo denominato MAAT e coordinato da UNIMORE,  finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro della Commissione Europea, che riguardava lo studio di un sistema di trasporto aeronautico basato su un cruiser, che resta in quota, e un feeder, che lo collega al suolo. Quel progetto ha permesso di esplorare idee innovative in materia di trasporto aereo.Una di queste idee, brevettata da ricercatori di UNIMORE, ha condotto alla definizione del successivo progetto ACHEON (Aerial Coanda High Efficiency Orienting-jet Nozzle), sempre finanziato dal 7° Programma Quadro grazie al suo potenziale dirompente sul futuro sviluppo di un settore maturo, come quello dell’odierna industria aeronautica. 

In seno al progetto sono anche stati prodotti due nuovi brevetti, e soprattutto si è chiaramente dimostrato che il sistema propulsivo in oggetto non solo è idoneo ai piccoli UAV, (aeromobili senza pilota) ma può produrre un notevole incremento di performance su aerei militari e acrobatici, così come può dare vita ad una nuova generazione di aerei da trasporto nella categoria "commuter" fino a 5 tonnellate, utilizzando tecnologia esistente e “green”: propulsione elettrica e cogenerazione.  I suoi punti di forza sono l’assenza di parti in movimento, la semplicità dei controlli, la notevole precisione, la risposta estremamente veloce, l’affidabilità intrinseca, la possibilità di funzionare con fluidi (gas, liquidi o miscele) di ogni natura.

“Il risultato – spiega il prof. Antonio Dumas - permetterà di dirigere il flusso propulsivo di un aereo con un angolo capace di adeguarsi tempestivamente a ogni condizione di volo in modo dinamico, con tempi di risposta estremamente ridotti (centesimi di secondo). Le possibili implicazioni sul futuro dell’aeronautica sono evidenti: decollo e atterraggio estremamente corti, riduzione degli spazi necessari per le operazioni aeroportuali, migliore manovrabilità,  riduzione o eliminazione delle appendici aerodinamiche tradizionali, maggiore manovrabilità, maggiore efficienza aerodinamica e minori consumi. In particolare, permette di incrementare i volumi degli aeroporti di minori dimensioni e di pensare ad un futuro di trasporto regionale a propulsione elettrica cogenerativa.”. 

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