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Cronaca

Casi Aids-Hiv in calo in Emilia-Romagna, informarsi per proteggersi

L'Hiv ha sempre fatto paura perché si pensava fosse impossibile da curare, oggi la medicina riesce e bisogna saperlo. In Emilia-Romagna 65 casi in meno di Aids/Hiv rispetto ad un anno fa, grazie ai 2,5 milioni stanziati dalla Regione

In Emilia-Romagna le infezioni da Hiv sono in calo. Se nel 2012 c'erano 365 casi nel 2013 se ne contano "solo" 300. La guerra contro l'Hiv/Aids non è finita e per questo la regione sta promuovendo la campagna "Proteggersi sempre. Discriminare mai" per la Giornata mondiale del 1° dicembre Uno slogan ideato per contrastare, da un lato, la sottovalutazione del rischio e dall’altro lo stigma, il pregiudizio e la discriminazione nei confronti di chi è sieropositivo o malato di Aids. La Regione stanzia 2,5 milioni di euro per la formazione degli operatori sanitari e l'informazione della popolazione. 

I DATI DELL'HIV IN EMILIA-ROMAGNA.Nel 2013 (dati al 31 dicembre) le nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti in Emilia-Romagna sono state 300, pari a 6,7 casi ogni centomila abitanti, e mostrano un calo rispetto agli anni precedenti (365 nel 2012, 361 nel 2011, 389 nel 2010). Queste le caratteristiche prevalenti della persona sieropositiva, sempre nel periodo 2006-2013: maschio (il 72,7% dei casi), di età tra 30 e 39 anni (33,5%), di nazionalità italiana (70,9%). Il rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni donna, in leggero aumento. Tra le donne, la fascia di età con più diagnosi risulta più bassa rispetto ai maschi: 20-29 anni. La modalità di trasmissione principale si conferma essere quella sessuale: negli otto anni di osservazione ha raggiunto l’86,1% di tutte le diagnosi di Hiv (e l’88% nel solo 2013) e il 54,4% è dovuta a rapporti eterosessuali non protetti (31,7% omosessuali o bisessuali).

IL PROBLEMA DELLA MANCATA PERCEZIONE. La percezione di aver adottato comportamenti a rischio tra le persone risultate positive all’Hiv è molto bassa: il 23,8% l’ha dichiarata come motivazione di esecuzione del test (mentre nel 48,2% dei casi per sospetta patologia correlata all’Hiv o per sospetta malattia a trasmissione sessuale). Il 20% di tutte le donne con diagnosi di Hiv ha scoperto di essere sieropositiva in occasione dei controlli per gravidanza (erano il 18,8% l’anno precedente). Le persone che giungono tardi alla diagnosi di infezione da Hiv - ovvero con Aids conclamato e/o con il sistema immunitario fortemente danneggiato (denominate “late presenters”) - sono il 50,3% di tutte le diagnosi Hiv nel periodo 2006-2013, mentre a livello nazionale la proporzione è maggiore: negli ultimi anni si è attestata intorno al 57%.

NON ARRENDERSI, LE INIZIATIVE. “Oggi c’è una cura, ma la lotta all’Aids non è affatto finita - è un altro messaggio della campagna - non arrenderti al caso, nemmeno alla paura. Usa il profilattico e fai subito il test”. Il Servizio sanitario regionale garantisce il test Hiv gratuito e anonimo e promuove interventi educativi per favorire una sessualità consapevole e rapporti protetti. Per la Giornata mondiale del 1° dicembre tante le iniziative promosse in tutta la regione da Aziende sanitarie, associazioni di volontariato, enti locali. A partire dai test day per la diagnosi dell’Hiv, che sarà possibile effettuare in molte piazze dell’Emilia-Romagna sabato 30, lunedì 1 dicembre e in alcuni casi per tutta questa settimana. Per l’elenco delle iniziative, si può consultare il portale web del Servizio sanitario regionale www.saluter.it.

I FONDI PER FORMAZIONE E PROGETTI. La Regione Emilia-Romagna ha destinato 1 milione di euro per finanziare il prossimo anno, anche sui temi dello stigma e della discriminazione, la formazione di medici, infermieri, personale ausiliario dei reparti ospedalieri di malattie infettive, dei servizi territoriali che si occupano di assistenza domiciliare alle persone con Aids e negli istituti penitenziari. Altri 1,5 milioni di euro sono destinati alle attività informative ed educative svolte dalle Aziende sanitarie negli Spazi giovani, alle iniziative rivolte alle donne migranti e a sostenere i progetti del Numero verde regionale Aids e del sito web Helpaids.

COME INFORMARSI. Il Numero verde Aids 800 856080 è gestito dall’Azienda Usl di Bologna per tutto il Servizio sanitario regionale (attivo dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18; il lunedì anche dalle 9 alle 12). Il sito internet www.helpaids.it è dedicato al tema e offre anche consulenze in anonimato, a cui risponde un’equipe di infettivologi, psicologi, ginecologi e ostetriche ed è gestito dalle Aziende sanitarie di Modena per tutto il Servizio sanitario regionale.
 

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