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Cronaca

Alluvione Modena, nutrie: in 6 anni abbattuti oltre 50mila capi

Il piano di controllo è realizzato attraverso un protocollo, sottoscritto per la prima volta nel 2008 e rinnovato annualmente, tra la Provincia, gli enti di presidio territoriale idraulico (Bonifica, Aipo), le associazioni degli agricoltori, gli Atc Mo1 e Mo2

In sei anni sono circa 51 mila le nutrie abbattute nella provincia di Modena, in base ai piani di controllo predisposti dalla Provincia e finalizzati all’eradicazione della specie. L’ha affermato il presidente emilio Sabattini rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza presentata da Dante Mazzi (Pdl). I capi abbattuti nel 2008 sono stati 14.204, 7.918 nel 2009, 7.968 nel 2010, 7.738 nel 2011, 7.401 nel 2012, 5.724 nel 2013. La diminuzione progressiva è dovuta anche al calo della popolazione complessiva degli animali. Tra il 2009 e il 2013 sono state abbattute anche 3.610 volpi.

Il piano di controllo è realizzato attraverso un protocollo, sottoscritto per la prima volta nel 2008 e rinnovato annualmente, tra la Provincia, gli enti di presidio territoriale idraulico (Bonifica, Aipo), le associazioni degli agricoltori, gli Atc Mo1 e Mo2. Ciascun soggetto collabora a promuovere azioni per prevenire i danni idraulici, agricoli ed ecologici causati dalla nutria. Il piano di controllo prevede l’attività di sparo e di cattura con gabbie-trappola durante tutto l’anno. I soggetti abilitati all’abbattimento sono: nei parchi e nelle riserve naturali, gli enti gestori; nel resto del territorio la Polizia provinciale, la Guardia forestale e la Polizia municipale, che possono avvalersi di coadiutori – volontari, che operano gratuitamente - autorizzati e selezionati attraverso corsi appositi gestiti dalla Provincia. L’attività di cattura con le gabbie può essere svolta anche da proprietari e conduttori dei fondi agricoli, e dal personale dei consorzi di bonifica, sempre autorizzati dalla Provincia a seguito di corso di preparazione.

La Polizia provinciale coordina l’applicazione del piano e svolge le funzioni proprie; gli enti di presidio territoriali idraulico comunicano il programma di interventi di sfalcio e individuano e segnalano tane, collaborano con proprio personale all’attuazione del piano; le associazioni degli agricoltori individuano e segnalano tane, danno disponibilità per i coadiutori; gli Atc svolgono attraverso i coadiutori il grosso delle operazioni di abbattimento. «Noi – ha detto Sabattini – il nostro dovere l’abbiamo fatto, predisponendo i piani e stanziando le risorse necessarie».  

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