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Cronaca Bastiglia / Via IV Novembre

Alluvione Modena, i sommozzatori: "Interventi difficili a Bastiglia"

Gli operatori del Centro Nautico e Sommozzatori della polizia di stato di La Spezia sono intervenuti con dieci operatori e in due giorni hanno tratto in salvo centinaia di persone: "Qui uno dei contesti più impegnativi che abbiamo mai affrontato"

Gli stivali di gomma e le salopette alte da pescatori? Sono ultima cosa da indossare in caso di alluvione poiché si tramuterebbero in pesanti zavorre piene d'acqua capaci di trascinare le persone sul fondo. Molto meglio utilizzare scarpe leggere perché tanto, in una situazione del genere, ci si bagna comunque. Se ci si trova nostro malgrado in mezzo a in un corso d'acqua? Meglio mettersi sul dorso e cercare di dirigere i piedi verso la corrente, così da potere ammortizzare con le gambe eventuali ostacoli. Sfatano diversi luoghi comuni e forniscono molte indicazioni utili gli operatori del Centro Nautico e Sommozzatori della polizia di stato di La Spezia: giunti lunedì nella nostra provincia, martedì sono intervenuti con gommoni e aquascooter nell'abitato di Bastiglia che ormai, per loro, non ha più segreti. Sono gli agenti inviati dall'unico centro specializzato di questo tipo presente in Italia, un centro che nel corso degli anni è intervenuto in tutte quelle zone del Paese caratterizzate da disastri, esondazioni e alluvioni che hanno comportato anche la ricerca di dispersi.

CORRENTI - Dopo due giornate di lavoro avviate alle 8 di mattina e terminate a buio inoltrato, tecnici nautici e sommozzatori (complessivamente dieci unità in servizio) hanno tratto in salvo centinaia di residenti rimasti intrappolati all'interno delle loro abitazioni a causa dell'alluvione prevalentemente in via 4 Novembre, via Marconi e via Farini. “Bastano 60 cm di acqua e, se la corrente è forte, il rischio di incidenti è molto alto – ha rilevato l'ispettore capo Francesco Rimo, sommozzatore – Solitamente, un buon nuotatore può ben poco contro una corrente di due nodi: nei centri urbani, come a Bastiglia, la corrente toccava i venti nodi e senza l'utilizzo di cime in acciaio installate in punti sicuri (le cosiddette "linee vita") sarebbe stato impossibile muoversi”. Cosa non devono fare i cittadini? "Farsi ingannare dall'acqua che si ritira: la corrente che si viene a creare è ancora più forte".

SOCCORSI - Utilizzando tutti i dispositivi di sicurezza del caso come caschi, imbracature, cime e moschettoni, gli operatori hanno trainato a braccia i gommoni nelle vie di Bastiglia raccogliendo gli alluvionati rimasti per due giorni senza luce e riscaldamento: “Il contesto urbano è quello più irto di insidie – ha evidenziato l'ispettore capo Cristina Posati, tecnico nautico – Non puoi utilizzare dei fuoribordo perché ci sono troppi ostacoli nascosti dal fango che potrebbero causare gravi danni: cancelli, inferriate, panchine, anche un bidone dell'immondizia può rappresentare un pericolo”. Da non trascurare l'aspetto psicologico delle operazioni di salvataggio: “Bisogna sempre trasmettere fiducia nelle persone soccorse – ha aggiunto l'ispettore Posati – Chi si fa prendere dal panico non aiuta noi e non aiuta se stesso: a Bastiglia è stato particolarmente difficile il recupero di un cittadino disabile completamente in preda al terrore che abbiamo dovuto trasportare a braccia in un metro d'acqua con una corrente molto forte”.

​NO IMPROVVISAZIONE - Comprensibilmente, viene riposta la massima attenzione nella preparazione degli interventi effettuati con squadre di quattro, massimo cinque componenti: “Solo garantendo la massima sicurezza degli operatori si può pensare di potere aiutare le persone da soccorrere – ha osservato l'ispettore capo Barbara Marinesi, tecnico nautico – Fondamentale innanzitutto una valutazione della forza della corrente, poi si organizza l'intervento”. Non sorprende il fatto che venga posto l'accento sull'aspetto preparatorio: l'improvvisazione fa più danni dell'alluvione stesso e, come sottolineato dagli stessi operatori, non è un caso che l'unico disperso finora sia un soccorritore improvvisato. In merito alle ricerche di Giuseppe Oberdan Salvioli, il 44enne bastigliese inghiottito dalle acque lunedì mattina, gli operatori mostrano un amaro realismo: “Il corpo potrebbe essere ovunque – ammettono – Potrebbe trovarsi a chilometri di distanza così come potrebbe essersi incastrato nella prima asperità del terreno della Bassa”.

LA SQUADRA - Oltre ai sopracitati Rimo, Posati e Marinesi, hanno preso parte a questi due giorni di interventi gli assistenti capo nonché sommozzatori Riccardo Lagroia e Davide Santini, gli assistenti capo e tecnici nautici Eugenio Fasulo, Alessandro Benvenuto, Nicola Calvone, Paola Lorusso e Carmine Lucariello.

Alluvione, inerventi di salvataggio a Bastiglia

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