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Sassolesi rinchiusi al Cie: lettera all'Europa e al Presidente Napolitano

I fratelli Andrea e Senad, nonostante siano nati in Italia e abbiano studiato a Sassuolo, sono rinchiusi al Cie di Modena poiché i loro genitori bosniaci hanno perso il lavoro e sono diventati irregolari sul territorio nazionale

Sono nati in Italia, hanno completato il percorso di studi a Sassuolo, sostengono i neroverdi in Serie B, ma sono rinchiusi al Cie di via Lamarmora dal 10 febbraio in attesa di espulsione. Questa l'incredibile storia dei fratelli Andrea e Senad, 23 e 24 anni, caduti in una condizione di irregolarità amministrativa in conseguenza della perdita di lavoro dei genitori (venditori ambulanti) e della conseguente perdita del permesso di soggiorno. Non essendo mai stati naturalizzati entro la maggiore età all’ambasciata bosniaca, i due giovani si trovano nella condizione in cui né il paese di nascita (l’Italia) né in quello di origine dei genitori (Bosnia), li riconoscono come propri cittadini.

LETTERA - Per denunciare la propria condizione, i due fratelli hanno scritto una lettera alla Corte Europea dei diritti dell'uomo e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "L’assurdità della nostra vicenda – si legge nella missiva - è che non possiamo essere espulsi perché il paese dei nostri genitori, la Bosnia Erzegovina, non ci ha mai censiti né sa chi siamo. Così rimaniamo al Cie, a spese del contribuente italiano in attesa di un provvedimento di espulsione che non potrà mai essere eseguito. In Francia si diventa subito cittadini, in Italia non speriamo nella cittadinanza ma almeno speriamo di non restare reclusi in questo carcere ed essere definiti ospiti".

RAZZISMO - “Questo è l’ennesimo caso di razzismo istituzionale – ha denunciato Cécile Kyenge, portavoce nazionale del Primo marzo - il governo deve dare risposte concrete sui diritti di cittadinanza delle seconde generazioni perché questo è solo l’inizio di un problema che si ripeterà negli anni: è quindi importante dare soluzioni definitive oggi”. In occasione della prima udienza dei due fratelli dal Giudice di Pace in via San Pietro, lunedì 12 marzo alle ore 8.30, Cgil, Pd, Arci, Italia sono anch’io, LasciateCIEntrare, associazione GiùleFrontiere, e i comitati primo marzo, si raduneranno per un presidio e per continuare a sensibilizzare la popolazione con una petizione per il loro rilascio immediato e la loro regolarizzazione.

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