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Cronaca

Guerriglia No-Tav in Val di Susa, carcere e domiciliari per quattro antagonisti modenesi

Perquisizioni domiciliari in tutta Italia e 18 misure cautelari eseguite, dopo l'inchiesta nata dagli scontri a Chiomonte dello scorso anno. Due attivisti modenesi ai domiciliari, un terzo con l'obbligo di firma. Fermo in carcere per una quarta persona

Questa mattina sono state emesse 18 ordinanze di applicazione di misura cautelare a carico di esponenti del movimento anarchico e antagonista, nonché di alcuni soggetti appartenenti al movimento No-Tav. Si tratta di 18 persone identificate come gli autori dei fatti criminosi dello scorso 28 giugno 2015, durante la manifestazione denominata “Al cantiere tutti/e insieme contro TAV e grandi opere”, indetta in occasione della ‘ricorrenza’ dei fatti accaduti il 27 giugno e 3 luglio 2011 nella stessa località.

Si tratta di un'indagine della Procura e della Questura di Torno, che però ha coinvolto anche i colleghi di Modena, in particolare gli investigatori della Digos. Tra le persone destinatatarie delle misure cautelari vi sono infatti tre persone residenti a Modena, già note negli ambienti antagonisti dei centri sociali modenesi e già coinvolte in manifestazioni violente. Due attivisti si trovano agli arresti domiciliari, mentre per un terzo è in vigore l'obbligo di firma in Questura. Sono stati deferiti alla competente autorità giudiziaria per i reati di resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale, lesioni personali, esplosioni di ordigni con la finalità di turbare l’ordine pubblico.

IL VIDEO DEGLI SCONTRI A CHIOMONTE

In particolare, è stata emessa la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di nove persone – tra cui appunto due modenesi - ritenute responsabili delle condotte più gravi, nonché la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria  nei confronti di altri nove attivisti (di cui uno residente nella provincia di Modena, uno in quella di Reggio Emilia ed un altro a Roma).

Inoltre si è provveduto ad eseguire il decreto di fermo nei confronti di due attivisti del movimento antagonista (di cui uno residente a Modena e l’altro a Torino). Quest'ultimo soggetto residente in città è rimasto coinvolto in un'indagine distaccata, ma si è scelto di intervenire contro di lui contestualmente alle altre misure. In questo momento si trova in carcere, in attesa dell'udienza di convalida.

Il blitz della Digos ha creato fermento nei centri sociali modenesi, che hanno già espresso solidarietà agli arrestati e hanno organizzato per questoa sera un ritrovo in via Carteria, in centro storico. "Oggi subiamo l'attacco di un potere nazionale targato PD, scioccato dalla capacità dei movimenti di diventare opposizione sociale, seppur volutamente taciuta, e dalle ultime batoste elettorali conseguite alle amministrative locali - commenta il movimento modenese - A fronte di consensi in lento declino, si sta tentando di indebolire ogni movimento popolare che si pone come alternativa sociale ad un modello di sviluppo liberista che non funziona più, capace di lasciare per strada i cittadini economicamente più deboli e, nel frattempo, correre alla realizzazione di queste grandi opere (lo snodo autostradale della Bretella ne è un esempio modenese)".

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