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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vignola

Accoltellato in strada a Vignola: arrestati la figlia, il genero e due sicari

Quattro persone incastrate dai Carabinieri per il tentato omicidio di Luciano Pancaldi, avvenuto lo scorso novembre. Una disputa sull'eredità ha convinto la figlia della vittima e il marito ad assoldare due uomini per uccidere il 74enne vignolese

Dalle prime ore di questa mattina quattro persone accusate di tentato omicidio in concorso si trovano dietro le sbarre del carcere di Sant'Anna. Si tratta di Cristina Pancaldi, Fabio Augusto Giorgio Rasponi, Rosario Sambasile e Salvatore Vascoli, ritenuti i mandanti e gli esecutori dell'aggressione ai danni del 74enne Luciano Pancalid, accoltellato lo scorso 19 novembre a Vignola. Un agguato in piena regola, avvenuto nel pieno del centro cittadino intorno alle ore 22, nel quale la vittima aveva riportato profonde ferite al corpo e al volto, inflitte da uno sconosciuto che si era poi dileguato a piedi. L'intervento dei medici e il ricovero a Baggiovara avevano però permesso all'uomo di avere salva la vita.

L'INDAGINE – Sul caso hanno indagato i Carabinieri della Compagnia di Sassuolo e i colleghi della tenenza di Vignola. L’indagine, diretta dal Sostituto Procuratore  Pasquale Mazzei e coordinata dal Procuratore Capo Lucia Musti, era iniziata immediatamente, escludendo un tentativo di rapina e portando gli investigatori a scavare nella vita privata della vittima, anche a seguito delle parole confuse pronunciate da Pancaldi ai soccorritori prima di perdere i sensi. Sono così emnersi profondi dissidi tra la vittima e la figlia Cristina, dissidi acuitisi all’indomani della morte della moglie di Pancaldi e alla conseguente suddivisione dell’asse ereditario tra padre e figlia, ammontante a diverse centinaia di migliaia di euro. L'uomo aveva anche avviato un'azione legale per il riconoscimento della “legittima” e per difendersi dalle continue e pressanti richieste della figlia, che premeva per vendere l’abitazione di famiglia per appianare alcuni debiti.

INTERCETTAZIONI - Sono quindi partiti gli accertamenti tecnici, con i Carabinieri che hanno avviato intercettazioni a carico di Cristina Pancaldi e del marito Fabio Augusto Giorgio Rasponi. La coppia, certa che gli inquirenti stessero perseguendo come unica pista investigativa quella di un tentativo di rapina, nel corso delle conversazioni rivelavano di essere i mandanti dell’efferata aggressione, commissionata a due soggetti di nome Rosario e Salvatore e, resisi poi conto di essere sospettati, mettevano in luce l’intenzione di sviare le indagini concordando preventivamente le versioni da dare agli inquirenti negli interrogatori a cui sarebbero stati sottoposti, al fine di far ricadere la colpa solo sugli altri due complici.

I SICARI - I successivi accertamenti hanno permesso agli uomini dell'Arma di identificare i complici, il 35enne Rosario Sambasile e il 40enne Salvatore Vascoli, entrambi noti per piccoli precedenti penali, non collegati ad alcun organizzazione criminale, facenti parte la sfera di conoscenze personali dei due coniugi. Il primo pronto a risolvere “il problema familiare” assoldando il secondo, il materiale autore dell’aggressione. 20.000 euro il compenso pattuito da dividere tra i due, per altro mai riscosso visto il mancato raggiungimento dell’obiettivo. E' poi emerso che la sera dell’agguato, per sfuggire alla fitta rete di controlli dei Carabinieri, Vascoli aveva addirittura trovato rifugio presso l’abitazione della coppia, dove era arrivato con l’arma del delitto e con gli abiti insanguinati, portando la notizia del compimento di quanto pianificato.

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