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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Mirandola

Mirandola, in manette il datore di lavoro del 39enne violentato: "Vittima totalmente succube"

Arrestato un 39enne originario del napoletano, titolare dell'impresa di imbianchini presso cui la vittima lavorava. La Polizia ha scoperto un rapporto sconvolgente di sottomissione che proseguiva da quasi due anni

Lesioni personali gravisime, maltrattamenti e violenza sessuale. Sono questi i tre reati contestati ad un 38enne residente a Mirandola, tratto in arresto nelle scorse ore per la violenta aggressione perpetrata il 3 settembre scorso ai danni di un 39enne mirandolese, ricoverato in ospedale in condizioni gravissime a seguito di lesioni agli organi interni e sepsi. E' stata la Polizia di Stato, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Graziano, ad indagare senza sosta sull'accaduto, stringendo pian piano il cerchio intorno all'uomo che è stato accompagnato in carcere su ordine del Gip.

I reati contestati descrivono forse in modo troppo banale una vicenda davvero complessa, soprattutto sotto il profilo psicologico, frutto di un legame tra vittima e aggressore che gli stessi inquirenti hanno faticato ad inquadrare, se non dopo essere riusciti a parlare con il 39enne, uscito dal coma farmacologico dopo tre interventi chirurgici effettuati all'ospedale di Carpi.

La vicenda è diventata di pubblico dominio dopo che il 3 settembre, nel primo pomeriggio, il ferito è stato accompagnato al Pronto Soccorso di Mirandola in gravissime condizioni, sanguinante e incapace a muoversi. Viste le sue condizioni è stato necessario il trasferimento al Ramazzini, dove sono proseguite le cure: ora l'uomo sta meglio, ma per i medici è ancora prematuro azzardare ipotesi sul suo completo recupero, dal momento che le lesioni interne e l'infezione erano particolarmente estese.

Non potendo parlare con la vittima, gli inquirenti del Commissariato di Mirandola e della Squadra Mobile hanno sentito amici e conoscenti, arrivando pian piano a ricostruire l'accaduto. E' così emersa la situazione di grande fragilità psicologica ed emotiva del 39enne, che da un paio di anni si era legato in maniera del tutto succube al suo aguzzino: si trattava al tempo stesso del padrone di casa presso cui era in affitto e del suo datore di lavoro, titolare di un'impresa di tinteggiatura.

Il 38enne arrestato era entrato nella vita della vittima "fagocitandola" completamente: non pagava gli stipendi e gestiva direttamente il suo denaro, comprava lui alimenti e sigarette, cercava di controllare ogni aspetto dell'esistenza del 39enne, ma soprattutto usava su di lui una violenza sistematica. Già in passato il mirandolese aveva subito percosse e lesioni gravi, come ad esempio la frattura di un braccio, e gli stessi medici hanno evidenziato cicatrici agli organi interni frutto delle sfuriate del suo aguzzino. Una sottomissione quasi completa, frutto di un atteggiamenti privo di significato all'occhio di un osservatore esterno.

Era stato lo stesso 38enne ad accompagnare in ospedale il ferito, che ai medici del Pronto Soccorso aveva fornito una versione falsa dell'accaduto, spiegando di essere stato aggredito in un parco a Ferrara. Ipotesi poi scartata dagli inquirenti, che tuttavia stanno ancora indagando per ricostruire con esattezza sia il singolo episodio che tutta la vicenda degli ultimi 24 mesi.

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