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Cronaca

Furti di auto, scippi inseguimenti, fermata baby gang. Ben 35 reati commessi per "emulazione"

La Squadra Mobile ha registrato per 35 reati a loro carico, fra cui il furto di ben 9 auto in città. Arrestati dagli agenti, hanno ammesso di voler emulare le bravate di altre gang

Per quasi cinque mesi hanno effettuato scorribande in diverse zone della città, mettendo a segno rapine violente, scippi  e furti di automobili. Erano diventati un vero incubo per i cittadini e per le stesse forze dell'ordine, specialmente nella zona della Madonnina, ma ora la loro attività criminale è finita. Ci si augura per sempre. Ieri mattina, infatti, la quarta Sezione della Squadra Mobile di Modena ha fermato cinque minorenni, componenti di una baby gang protagonista di innumerevoli reati fra l'ottobre del 2017 e il febbraio di quest'anno.

Dopo una serie di indagini svolte con metodi tradizionali, gli investigatori della Questura hanno identificato i cinque giovanissimi componenti della banda e ricostruito il loro cursus honorum, formulando una lunga lista di capi d'accusa che sono stati sottoposti al Tribunale dei Minori. I cinque fermati sono tutti minorenni tra i 16 e i 17 anni, nati in Italia da famiglie di origine tunisina, regolari sul territorio. Non frequentavano più la scuola e vivevano in un contesto sicuramente non agevole, trascorrendo le giornate a pianificare e mettere in pratica i crimini. Altri tre giovani che hanno collaborato con loro saltuariamente sono poi stati segnalati per fatti minori.

A carico dei cinque ragazzi sono stati ascritti ben 35 reati. Come ampiamente riportato nei mesi scorsi dalla cronaca locale, la gang è stata capace di mettere a segno nello specifico ben 9 furti di auto: i mezzi venivano rubati nei parcheggi o ai distributori di carburante e poi utilizzati per compiere altri reati. Il "piatto forte" erano gli scippi e le rapine violente, specialmente ai danni di donne che lasciavano la borsa sul sedile dell'auto. In più circostanze le vittime hanno riportato lesioni, una su tutte quella di una signora che aveva rimediato la rottura del polso nel tentativo di trattenere la borsetta.

Altro fattore di grande rischio era la completa mancanza di inibizione al volante. Sulle auto rubate, infatti, i ragazzi hanno causato più volte incidenti e danneggiamenti degli arredi urbani: anche la stessa Polizia ne aveva fatto le spese, con speronamento delle auto di servizio e tentativo di investire gli agenti durante gli inseguimenti.

La banda in azione nel parcheggio de La Rotonda - IL VIDEO

La "mente" del gruppo, considerato anche il più violento, era già stato arrestato due volte nei mesi scorsi e al termine dell'indagine è stato trasferito in carcere al Pratello di Bologna. Gli altri quattro invece si trovano in comunità. Quando ieri mattina sono stati fermati dai poliziotti, hanno mostrato segni di pentimento, spiegando che le loro "gesta" non erano dovute ad una qualche necessità di tipo materiale - i soldi rubati venivano spesi raramente in modo futile - ma ad un vero e proprio piacere nel commettere quelle che consideravano bravate. Un aspetto sicuramente allarmante, soprattutto perchè gli stessi protagonisti hanno anche confessato di voler emulare le gesta di altre gang sparse per l'Italia: non a caso riprendevano le scorribande con i loro smartphone, per avere una prova della loro "forza".

Il fenomeno aveva destato un grande allarme sociale a Modena, tanto che la Prefettura aveva convocato un tavolo ad hoc del Comitato per la Sicurezza Pubblica. La Polizia di Stato aveva già messo a segno alcuni arresti e denunciato in più occasioni i componenti della banda, che tuttavia aveva ripreso la propria attività, almeno fino al trasferimento in comunità di uno dei giovani. Con l'intervento del Tribunale dei Minori si chiude la fase di emergenza, essendo i criminali assicurati alla giustizia minorile, ma si apre al contempo la fase più delicata e controversa, vale a dire quella del loro recupero "umano".

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