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Cronaca Albareto / Strada Statale 12 Via Canaletto Nord, 1042

Bancomat sradicati, fermata una banda di rom sparsa per il nord Italia

I Carabinieri hanno eseguito undici misure cautelari in diverse province, dopo un anno di indagini a seguito dei furti di casse continue realizzati con i carri attrezzi nella primavera 2016. La base operativa era nel campo di Strada Canaletto, accanto alla Tav

I COLPI – La banda ha messo a segno numerosi furti, quasi con cadenza giornaliera, dalla fine del giugno 2016 e per buona parte del luglio successivo. Il 26 giungo era toccato alla filiale Bper fdi Formigine, ma a causa intervento di una guardia giurata, durante la fuga la cassaforte era caduta dal carroattrezzi. Il giorno successivo era toccato alla stessa banca, ma a Masi Torello (FE) e il colpo aveva fruttato circa 14mila euro. Il 3 luglio, dopo aver sfondato il cancello esterno ed il portone di accesso alla ditta Global Gest di  S. Cesario sul Panaro era stato rubato un furgone, dopo averlo carico di utensili, attrezzi meccanici, un gruppo elettrogeno e tre bobine di rame. Il giorno dopo era poi fallito un colpo alla Banca BCC di Marano Vicentino. I criminali non avevano perso tempo, colpendo anche nei giorni seguenti. L'11 luglio a Campogalliano dove era stato rubato il furgone di un artigiano in sosta fuori da una tabaccheria, mentre il 13 avevano messo a segno il colpo forse più significativo, finendo però nella rete dei Carabinieri. Prima avevano rubato un carroattrezzi e due auto a Bibbiano (RE), seminando i militari che li avevano intercettati, poi  avevano sfondato la filiale Bper di Arceto di Scandiano (RE), scardinando il bancomat. Tuttavia, la cassa era stata poi ritrovata presso il campo nomadi di strada Canaletto, nascosta sotto un cumulo di rifiuti in attesa di essere aperta per appropriarsi dei quasi 30mila euro che si trovavano al suo interno.

LA TECNICA – I ladri non erano affatto degli sprovveduti. Anzi, agivano con estrema accuratezza, rubando carri attrezzi e furgoni nelle immediate vicinanze delle banche scelte come obbiettivo. Per i furti si spostavano su auto "pulite", cioè intestate a prestanome e non rintracciabili dalle forze dell'ordine. Le vetrate delle banche venivano sfondate dai mezzi pesanti in retromarcia, poi i bancomat venivano agganciati ai verricelli, sradicati e caricati a bordo. Durante la fuga, sempre a velocità sostenuta, il carroattrezzi era preceduto da alcune auto di "staffetta", che avevano il compito di individuare e sviare eventuali pattuglie.

IL CAMPO BASE DI STRADA CANALETTO – Il nocciolo duro della banda risiedeva in pianta stabile presso l'area sotto il viadotto Tav, la cui storia è tristemente nota. Nato per volere del Tribunale per far scontare gli arresti domiciliari ad un membro della famiglia, il campo è cresciuto nel tempo nell'illegalità, "tollerata" dall'Amministrazione Comunale che ha cercato di minimizzarne l'impatto, non potendo però nascondere i numerosi reati compiuti nei mesi dai suoi occupanti. Cinque pregiudicati, tutti imparentati e tra i 50 e i 30 anni, sono finiti nel carcere di Sant'Anna, mentre sei nomadi di altre aree sono reclusi ai domiciliari. Quattro di loro risiedono nel veronese, uno a Rovigo e uno era già recluso nel carcere di Rimini.

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