Rapine e furti in abitazioni, in carcere una banda composta da tre parenti
Diversi i colpi messi a segno tra Nonantola e i paesi dell'Appennino, spesso a danno di vittime anziane che venivano raggirate dai criminali travestiti da Carabinieri o da tecnici di luce e gas. Le indagini dell'Arma di Pavullo hanno consentito di smascherarli
I carabinieri della compagnia di Pavullo nel Frignano, hanno eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Modena, dott.ssa Eleonora Pirillo, nei confronti di tre persone: R.C. 22enne, R.D. 60enne e R.S. 37enne, tutti parenti,indagati a vario titolo e in concorso tra loro per ben tre rapine aggravate e nove furti in abitazione. I reati sono stati commessi tra i comuni di Pavullo, Zocca, Montefiorino, Palagano e Nonantola.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Claudia Ferretti, scaturite dall’arresto dei tre in flagranza di rapina, avvenuto il 22 aprile 2017 a Pavullo, hanno consentito di ricostruire la dinamica del un gruppo, che ha agito con altissimo livello organizzativo, scegliendo con cura sia le vittime che i mezzi. Sono infatti tutte persone anziane, quantomeno ultra sessantacinquenni che abitavano in zone isolate e rurali dei vari paesini dell’appennino modenese, dove si muovevano con autovettura intestata a soggetto pluripregiudicato, non legato al gruppo, su cui veniva apposta una targa falsa.
La banda utilizzava tecniche congeniali ad ottenere la fiducia delle vittime. Si spacciavano infatti per Carabinieri, utilizzando a questo fine tesserini contraffatti e berretti con la fiamma, oppure come tecnici addetti al controllo delle tubazioni del gas, tecnici dell’enel o appartenenti alla polizia municipale.
"Organizzazione e preordinazione che evidenzia una elevata propensione al crimine ed alla reiterazione, visti i numerosi precedenti, tale da imporre un provvedimento restrittivo in carcere", si legge nella nota dell'Arma.