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Propaganda Isis sul web, 23enne in manette. Perquisizioni anche a Modena

Vasta operazione della Polizia negli ambienti dell'estremismo islamico, che hanno coinvolto diverse province. Arrestato un giocane marocchino residente a Torino

Questa mattina si è svolta una vasta operazione di polizia coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino nel cui contesto la Polizia di Stato di Torino - con il supporto degli uffici di polizia di Milano, Napoli, Modena, Bergamo e Reggio Emilia - ha dato esecuzione ad un´ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del capoluogo piemontese e a 13 perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di appartenenti agli ambienti dell´estremismo islamico stanziati nel nord Italia. L´indagine svolta dalla DIGOS di Torino con il supporto del Servizio per il Contrasto dell´Estremismo e del Terrorismo Esterno dell´UCIGOS - ha portato all´arresto per partecipazione all´associazione terroristica dello Stato Islamico di un 23enne marocchino naturalizzato italiano, Halili Elmahdi. Con lui, sono finiti nella rete degli investigatori altri stranieri ed italiani convertiti all´islamismo attivamente impegnati in una campagna di radicalizzazione e proselitismo condotta soprattutto sul web.

L´indagine della Polizia di Stato nasce a fine 2015, quando il giovane era stato già oggetto di una sentenza di patteggiamento , emessa dal Tribunale di Torino alla pena di due anni di reclusione con sospensione condizionale della stessa per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, avendo redatto e pubblicato sul web alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico. Le successive attività di indagine avviate dai poliziotti della Digos hanno evidenziato un crescente percorso di radicalizzazione dell´Halili che, nonostante la citata sentenza, aveva addirittura intensificato la sua attività di proselitismo ed indottrinamento mediante il reperimento, la consultazione su diverse piattaforme multimediali e l´archiviazione di vario materiale di propaganda ed inneggiante al Jihad prodotto dallo Stato Islamico.

Tra il materiale confluito negli atti d´indagine vi sono diversi filmati riproducenti le gesta dei mujaheddin in Siria ed Iraq, le cruente esecuzioni operate nei confronti di civili e militari, le rivendicazioni e/o celebrazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles nonchè gli infervorati sermoni di "predicatori dell´odio" considerati da Halili come dei veri e propri padri spirituali al pari del portavoce del Califfato Mohamed Al Adnani. Proprio in occasione della diffusione della notizia della morte di Al Adnani, l´arrestato aveva creato e pubblicato su una piattaforma social ad accesso pubblico tre playlist con i messaggi piu' famosi del defunto portavoce dello Stato Islamico tra cui quello diffuso nel settembre 2014 che veicolava l´ordine dello Stato Islamico di scatenare la campagna del terrore in Europa che ha portato alle stragi compiute a partire dal gennaio 2015.

(DIRE)

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