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Truffa ai danni dell'Ateneo, le associazioni fanno chiarezza

L'Associazione Studenti Africani di Modena ribadisce la propria estraneità alla truffa perpetrata da un'associazione non iscritta all'Albo, tra il 2002 e il 2009. Gli studenti ribadiscono la correttezza e la trasparenza finora tenute dalle Associazioni

A seguito della truffa subita dall'Ateneo di Modena e Reggio Emilia e riportata dalla stampa dopo la segnalazione della Guardia di Finanza, le associazioni studentesche inscritte all'apposito Albo di Unimore hanno ritenuto opportuno fare chiarezza su quanto avvenuto. Smentendo nuovamente quanto apparso sul nostro sito - che in una prima pubblicazione aveva erroneamente attribuito all'associazione Asam le responsabilità denunciate dalle Fiamme Gialle – gli studenti hanno puntualizzato che non solo Asam, ma neppure alcuna associazione attualmente iscritta all'Albo risulta essere coinvolta.

L'illecito in questione risale infatti al periodo tra il 2002 e il 2009 ed è a carico del presidente e di tre membri di un'associazione che non è mai stata tra quelle ufficialmente riconosciute nell'Albo da Unimore: si tratta infatti di una comune associazione, composta anche da studenti e da associati di differenti nazionalità, la quale ha semplicemente beneficiato di contributi per la gestione di servizi. Dall’anno accademico 2009/2010 le modalità di gestione del tutorato e dell'assistenza a favore di studenti disabili sono cambiate, rientrando sotto gli elenchi degli "Studenti 150 Ore" e non più dall'elenco delle associazioni studentesche titolate.
 
“Abbiamo appreso a seguito di un incontro con rappresentanti dell’Ateneo – spiega Elisa Sonego Presidente del consiglio degli studenti I Presidenti delle Associazioni – che, attualmente, è in corso l’indagine della Procura della Repubblica sui fatti denunciati dalla Guardia di Finanza e che non risulta ad oggi essere chiaro se l’azione fraudolenta del presidente dell’associazione sia allargata ad altre attività, oltre al tutorato ai disabili. In presenza di elementi non ancora esaurientemente definiti ed a nostra conoscenza, dobbiamo precisare che l’associazione in questione non è mai stata iscritta agli albi dell’Università e che nessuna delle associazioni iscritte all’albo 2013-2014 dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia è coinvolta nella vicenda”.

Azioni fraudolente da parte di un presidente o membri di un’associazione e articoli di giornale come quelli usciti non danneggiano l’immagine soltanto dell’Ateneo, ma anche quella di tutte le associazioni registrate e presenti in Università, che hanno operato e operano correttamente e nella piena trasparenza a favore degli studenti – prosegue Elisa Sonego - All’Ateneo chiediamo, pertanto, di considerare il danno che hanno ricevuto anche le associazioni, iscritte all’albo, sostenendolo nelle sedi opportune, al fine di tutelarle”.

A margine della conferenza stampa è intervenuto nuovamente anche Yanick Zangue Keabou, presidente dell'Associazione studentesca Asam, che ribadendo la totale estraneità alla faccenda, ha sottolineato l'esigenza di “ripulire il nome dell'Associazione, dato che non è stato toccata solo l'Asam, ma tutti gli studenti africani”.  I rappresentanti della Conferenza degli studenti e delle Associazioni che rappresentiamo, oltre a confermare la piena fiducia nell’operato della Magistratura,si sono augurati che la stampa, “in presenza di fatti così gravi, sappia svolgere fino in fondo il suo insostituibile ruolo di ricerca della verità, distinguendo le responsabilità e schierandosi al nostro fianco nella difesa della serietà e del rigore, di cui sempre abbiamo dato prova”.

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