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Rolando Rivi, festa grande per la beatificazione del giovane martire

Il 5 ottobre la cerimonia per la proclamazione del beato Rolando Rivi, ucciso dai partigiani comunisti nel 1945. Quasi 6mila persone attese in città: incontro spostato al PalaPanini. Il Vescovo: “Grande segno di riconciliazione e di purificazione della memoria storica”

Sarà una vera e propria festa quella per la solenne cerimonia di beatificazione di Rolando Rivi, una festa attesa da 7 anni, quando venne avviata la causa, e annunciata lo scorso 27 marzo da Papa Francesco, che ha riconosciuto il giovane seminarista come “martire della fede”. La vera festa sarà a Modena, il prossimo 5 ottobre, quando dalle ore 16 al Palazzetto dello Sport si daranno appuntamento quasi 6mila fedeli, per la cerimonia nella quale un delegato del Pontefice darà solenne lettura della lettera apostolica con cui le diocesi di Modena e Reggio abbracceranno un nuovo Beato.

Un calore straordinario quello nato intorno al seminarista 14enne, ucciso dopo tre giorni di sevizie il 13 aprile del 1945 per mano di una banda di partigiani comunisti nei boschi delle Piane di Monchio. Un calore che porterà in città così tante persone da rendere necessario il trasferimento della cerimonia, originariamente prevista nella naturale cornice di Piazza Grande. Predisposto anche un ricco calendario di incontri pubblici, consultabile sul sito della Diocesi.

“Un grande evento per la comunità cristiana e per la società civile – ha spiegato l'Arcivescovo  Mons. Antonio Lanfranchi – che si inserisce perfettamente nell'Anno della Fede che sta per terminare. Rolando Rivi è stato esempio mirabile della forza che la fede sa ispirare, attraverso il martirio che ne è la testimonianza più alta. Il martire non muore per una parte, muore per tutti. Non muore per lottare contro qualcuno, ma contro il male – ha commentato Lanfranchi, spiegando come questa beatificazione vuole essere anche un'occasione di “purificazione della memoria storica e di riconciliazione, nel segno della libertà e nella dignità della persona”.

La storia di Rolando Rivi fu un atto efferato, che anticipò drammaticamente una folle violenza ideologica che da lì a pochi mesi dilagò. Nel “triangolo della morte” vennero uccisi, dal 1945 fino agli anni successivi alla guerra, ben 130 sacerdoti e seminaristi: il giovanissimo Rivi fu il primo di questo macabro elenco, ma oggi riceve una consacrazione che acquisisce grande valore. “Non c'è interesse storico, né spirito di rivalsa nella nostra battaglia – ha spiegato Emilio Bonicelli, segretario del comitato Amici di Rolando Rivi che ha sostenuto la causa di beatificazione – Per noi Rolando non è una figura del passato, ma un testimone concreto per il futuro, specialmente per i giovani e ci auguriamo che proprio attraverso di lui possa nascere una riconciliazione”.

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