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Cronaca Caduti in Guerra / Corso Canal Grande

Chioscopoli “non sussiste”, assolti Bonaccini e gli altri imputati

Il Gup Eleonora Pirillo ha comunicato alle parti che le accuse a Carico di Bonaccini, Marino e gli altri imputati sono decadute: tutti prosciolti. Il legale del segretario PD: "Insussistenza del fatto dà le dimensioni di questa sentenza"

Si è conclusa all'ora di pranzo di oggi la vicenda giudiziaria che pendeva sulle spalle di Stefano Bonaccini, dell'attuale assessore Marino e di altri imputati nel processo Chioscopoli. Dopo alcuni rinvii, il segretario del Pd emiliano-romagnolo e coordinatore della campagna elettorale di Matteo Renzi è stato assolto dall'accusa di abuso d'ufficio per la concessione del chiosco al Parco Ferrari ai tempi in cui era l'assessore al Patrimonio del Comune di Modena.

È questa la sentenza del Gup Eleonora Pirillo, da poco comunicata alle parti nell'aula F del tribunale di Modena. A fine mattina il Pm Enrico Stefani aveva chiesto un anno per Bonaccini e gli altri imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, l'assessore comunale Antonino Marino e l'ex dirigente comunale Mario Scianti, tutti assolti. Nè Bonaccini nè Marino hanno deciso di essere presenti all'udienza. Prosciolti anche la dirigente Giulia Severi e gli altri imputati che non avevano scelto il rito abbreviato. 

“Abbiate pazienza ma sono un po' teso”, ha esordito il legale di Bonaccini, Massimo Vellani, sul cui volto si è letto il sollievo per la sentenza: "Penso che l'elemento più rilevante in assoluto – ha affermato Vellani - sia che il giudice anche per il reato prescritto ha assolto per insussistenza del fatto. Una evidenza della prova dell'insussistenza del fatto rispetto alla prescrizione”. Questo secondo l'avvocato, “dà la dimensione dell'importanza di questa sentenza. Leggeremo le motivazioni”.

Anche Fulvio Orlando, difensore dell'ex dirigente del settore patrimonio del Comune di Modena Mario Scianti, non ha trattenuto la soddisfazione: “Me l'aspettavo. Non poteva che andare così. Voglio ricordare – ha poi sottolineato Orlando alla - che l'assegnazione del chiosco da cui è scaturita l'ipotesi di turbata libertà degli incanti è una vicenda del 2003 che era già soggetta a prescrizione. Tuttavia, ove il fatto non sussista, il giudice correttamente deve dare prevalenza a questa formula. E questo per noi, l'assoluzione piena al di là della prescrizione, è motivo di grande soddisfazione”.

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