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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Carlo Sigonio / Via Matilde di Canossa

Welfare, a “cà nostra” gli anziani e i loro assitenti vivono insieme

A Modena la prima esperienza di cohousing che coniuga la centralità della domiciliarità con la cura e il bisogno di socialità di ospiti e familiari. Urbelli: "Sperimentiamo forme di welfare innovativo"

Nel 2030 gli anziani costituiranno un quarto della popolazione europea, ma già oggi gli ultrasessantacinquenni sono oltre 27 milioni. In provincia di Modena la popolazione anziana, è attualmente circa il 21 per cento del totale ed è destinata ad aumentare considerevolmente: tra 40 anni arriverà al 30,5 per cento. Inoltre, si assiste anche a un incremento degli anziani con demenza:  nella provincia il tasso di incidenza annuale è di circa 1,8 per cento di nuovi casi.

E' anche in quest'orttica che l'Amministrazione ha dato vita al progetto “Cà nostra”, un progetto di coabitazione coordinato da Associazione Servizi per il Volontariato di Modena con il sostegno dell'Assessorato al Welfare del Comune di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, promosso da Ausl Modena, Forum Terzo Settore e da numerose associazioni di volontariato locali a partire da un'idea dell'associazione G.P. Vecchi. Sono coinvolti Auser, ANCeSCAO, Amazzonia Sviluppo, ALICe, Centro Sportivo Italiano, Anteas, Csi Volontariato.

In via Matilde di Canossa 17, in un quartiere residenziale non lontano dal centro di Modena, si sta sperimentando una forma di welfare innovativo, un’esperienza praticamente inedita in Italia, anche se adottata con successo in molte realtà del Nord Europa. Si tratta di un modello di coabitazione per anziani non-autosufficienti e persone con problematiche legate a demenza o a deficit cognitivi gestito dalle famiglie con il supporto di volontari e istituzioni, che coniuga la centralità della domiciliarità con la cura e il bisogno di socialità dell'ospite e dei familiari. 

“Le famiglie coinvolte – afferma l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli – dividono le spese e possono entrare e uscire dall'appartamento quando vogliono, nella certezza che i propri cari sono sempre assistiti in un ambiente familiare. Ca’ nostra è quindi un modo per condividere risorse, a partire dall’alloggio e dalla badante, ma soprattutto per condividere problemi e soluzioni, dando valore alle relazioni di comunità”.

“Questo progetto che alle spalle vede tanti mesi di lavoro di squadra, dimostra ancora una volta che fare rete tra istituzioni e mondo del terzo settore porta a risultati importanti per la comunità”, commenta Emanuela Carta presidente dell’Associazione Servizi per il Volontariato di Modena intervenuta per presentare il progetto insieme a ai rappresentanti delle numerose realtà coinvolte tra cui i referenti della G.P. Vecchi che sottolinea: “La realizzazione di questo progetto è un grande esempio di rete solidale - afferma l'associazione G.P. Vecchi - Questo progetto è unico in Italia per l'aspetto dell'autogestione, perché rispecchia la migliore espressione della domiciliarità. Un ringraziamento a tutti coloro che si sono impegnati in modo generoso per la sua realizzazione”.

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