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Cronaca

"Meglio coinvolgere la polizia che subire ricatti", le studentesse al bivio

Foto e video di nudo sono finite online, ma le studentesse modenesi protagoniste di questa brutta vicenda non devono cedere alla paura e scegliere la via della denuncia alle autorità. È l'appello de La Caramella Buona, la onlus che si batte contro la pedofilia

"Non ci stancheremo mai di ripetere: non inviate immagini e video compromettenti a nessuno e per nessuna ragione!". È questo il monito di Roberto Mirabile, presidente de La Caramella Buona Onlus, associazione che da ormai vent'anni si batte contro la pedofilia e gli abusi su minori, fornendo la propria assistenza alle vittime. Ed è proprio l'associazione reggiana che ha conosciuto da vicino attraverso contatti diretti lo scandalo che sta investendo una scuola superiore modenese, con decine e decine di foto hot di studentesse pubblicate online.

La Caramella Buona Onlus aiuta le stesse protagoniste di questa vicenda a riflettere sul da farsi: "Pedofili e maniaci non esitano a scaricare, scambiarsi e vendere foto di questo genere. Le ragazze sono riconoscibili e rischiano di essere ricattate da gente senza scrupoli", sottolinea Mirabile. Da qui una scelta che dovrebbe essere obbligata: "Meglio prendersi una sgridata in casa e coinvolgere la polizia, che rischiare qualcosa di molto peggio".

Scandalo a scuola, online le foto hot di sessanta ragazze

Già, perchè ora che "la frittata è fatta", le ragazze modenesi le cui foto sono finite in Rete si trovano di fronte ad un bivio sicuramente complesso. Ma come la Onlus sottolinea, sperare di poter mantenere l'anonimato o addirittura poter cancellare ogni traccia di quei file maledetti è pura utopia. La tecnologia digitale ce lo ha insegnato e continua a farlo, anche se evidentemente le lezioni non sono mai abbastanza.

Da quel bivio la strada giusta dovrebbe quindi condurre verso la denuncia, per consentire alle autorità di individuare le responsabilità penali e, per quanto possibile, far valere le disposizioni di legge e le competenze della Polizia Postale per arginare la diffusione dei file incriminati. Non sarà facile, questo è comprensibile, ma la via della legalità non può essere accantonata.

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