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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Amendola / Strada Panni

Carceri, Casa Lavoro Saliceta: "Ingiusta detenzione per 30 internati sfollati"

Situazione di stallo per 30 internati "sfollati" da Saliceta attualmente ospitati a Parma. Fa breccia l'idea del Guardasigilli: 40 detenuti delle carceri modenesi potrebbero svolgere attività di volontariato nelle zone colpite dal sisma

Ingiusta detenzione”. Questa è la condizione attuale di trenta internati della Casa Lavoro di Saliceta San Giuliano attualmente ospitati al carcere di Parma causa inagibilità della struttura di Strada Panni. Desi Bruno, garante dei diritti dei detenuti, si fa portavoce della protesta dei reclusi, che molto civilmente chiedono al presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna di intervenire presso l’amministrazione delle carceri, dal momento che l’attuale situazione di detenzione è insostenibile.

PARMA - Gli internati hanno già terminato di scontare la pena, ma sono sottoposti a un ulteriore periodo di detenzione "necessario" per il loro reinserimento sociale stabilito dal giudice, trovandosi di fatto in un limbo giudiziario. Questo perché porta gli internati a non avere diritto a un trattamento come detenuti e conseguenti benefici, perché il periodo non è conteggiato come reclusione; dall’altro, viene interrotto il trattamento come internati, poiché l’Istituto di Parma non dispone né delle strutture idonee né di un apposito regolamento. Gli ex ospiti della Casa Lavoro chiedono al giudice di adoperarsi per sostituire l’attuale detenzione con un internamento nella casa lavoro di Castelfranco Emilia, o adottando misure di sicurezza alternative (libertà vigilata, obbligo di firma o di dimora).

DETENUTI E VOLONTARI – Ma forse una soluzione c’è. Infatti anche ai trenta reclusi a Parma potrebbero aprirsi le porte del progetto discusso oggi a Bologna nel corso della riunione della Commissione Area penale adulti, da realizzarsi con l’intesa di regione, amministrazione penitenziaria e comuni: 40 detenuti nelle carceri delle province colpite dal sisma potrebbero infatti svolgere attività di volontariato per aiutare le zone terremotate.

LAVORO NELLE ZONE DEL SISMA - Da una nota diffusa dalla giunta dell’Emilia Romagna si apprende che alla magistratura di sorveglianza “toccherà, infatti, verificare se ci siano i presupposti per la concessione del lavoro fuori dal carcere e, in sostanza, l’autorizzazione a svolgere l’attività di volontariato da parte dei detenuti, mettendo a frutto anche alcune delle professionalità particolarmente utili (come muratori, autisti, cuochi, geometri)”. Positivo anche il parere delle autorità coinvolte: Luigi Pagano, vicecapo del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, sottolinea infatti come questo sia “Un progetto di grande civiltà a rischi zero che permetterà alla cittadinanza di guardare i carcerati in modo diverso”.

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