Ricostruzione, Cavezzo e San Prospero ritrovano uno spazio per la comunità
Domenica di festa nei due comuni colpiti dal sisma del maggio scorso. Presente il vescovo Mons. Antonio Lanfranchi: "La comunità rinascerà non esattamente com'era, ma di certo con gli stessi riferimenti, riavremo tutto quello che stato perso"
“Uno spazio per la cultura, l’intrattenimento, la fede e quanto altro potrà servire alla comunità”: così don Giancarlo Dallari, parroco di Cavezzo, ha definito in sintesi il Centro di Comunità inaugurato stamattina. Realizzato da Caritas Italiana attraverso la colletta e delle Caritas di Marche ed Umbria, il Centro è stato benedetto da mons. Lanfranchi, alla presenza del sindaco Stefano Draghetti, di don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, e don Andrea La Regina, responsabile dell’Ufficio Macroprogetti di Caritas Italiana.
“Una giornata di festa – ha affermato il sindaco – per la benedizione di un luogo in cui la comunità ferita si incontra e condivide. Lo spazio del centro è funzionale per raggiungere il grande obiettivo della ricostruzione degli spazi di prima: la comunità rinascerà non esattamente com’era, ma di certo con gli stessi riferimenti, riavremo tutto quello che stato perso”. Una festa sottolineata da archi di palloncini che conducevano all’ingresso e dal lancio di altri palloncini dopo il tagli del nastro.
Nell’omelia mons. Lanfranchi ha sottolineato come finalità della Chiesa, anche nelle tribolazioni “non è invitare ad evadere dal presente, ma accompagnare gli uomini a viverlo così bene da arrivare alla vita eterna. La parola di Cristo dà il senso al quotidiano, ci fa dire che nulla è perduto . La distruzione dei luoghi dell’identità nel terremoto è stata prioritaria perché senza il luogo della parola manca il luogo della speranza”. Nella domenica che la Chiesa dedica alla preghiera per le vocazioni mons. Lanfranchi ha riservato poi una parola ai sacerdoti: “Grazie a loro, perché hanno condiviso in tutto la vita delle comunità, fin dalla prima scossa, ed anche ai parrocchiani, che si sono presi cura dei loro pastori. Per la riflessione sul senso ultimo della vita sono necessari: preghiamo quindi oggi per le vocazioni”.
A San Prospero c’era una piccola banda di ottoni a rallegrare l’attesa delle autorità, sotto una pioggerella che ha costretto subito all’interno la comunità. Con il parroco don Aldo Pellacani il sindaco Mario Ferrari a dare il benvenuto al vescovo ed alla delegazione Caritas. Un’attenzione particolare ai giovani nelle parole del primo cittadino: “Dopo la rabbia e lo sconforto dei primi giorni, abbiamo vissuto l’emergenza, e ora è il momento della ricostruzione, di cui questo è un esempio importante. Nell’era dei social network, è comunque necessario uno spazio fisico per condividere l’esperienza ed il tempo: speriamo che i giovani lo utilizzino nel modo migliore”.