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Cronaca Crocetta / Via Nonantolana

Appennino, il Centro Fauna soccorre 23 cuccioli di capriolo

Vero e proprio boom di animali recuperati dai volontari di via Nonantolana. Periodo delicato per la riproduzione dei caprioli, il Centro Fauna spiega: "Non vanno toccati, né portati a casa nell'intento di soccorrerli"

Sono 23 i piccoli di capriolo recuperati nel modenese in questi ultimi giorni, soprattutto in montagna, dai volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso, quasi tutti salvati e attualmente in cura nella sede del Centro in via Nonantolana 1217 a Modena. Alcuni, purtroppo, sono morti per le ferite provocate dalle falciatrici. I piccoli dopo il parto sono nascosti dalla madre tra l’erba alta per proteggerli e per gli addetti alla falciatura è impossibile vederli.

L'episodio più recente si è verificato il fine settimana scorso al lago Pratignano nel comune di Fanano, quando alcuni turisti hanno chiamato i volontari del Centro fauna dopo aver avvistato un "bambi" sotto un cespuglio, apparentemente abbandonato. Grazie all'invio di una foto dell'animale, tramite cellulare, i volontari hanno potuto verificare che, in realtà, il piccolo non stava correndo alcun pericolo. Questo, infatti, è il periodo della riproduzione dei caprioli e dopo il parto la madre abbandona anche per ore il piccolo sorvegliandolo a distanza e mantenendo il contatto, tramite segnali acustici, per poi avvicinarlo solo nel momento dell’allattamento. 

Non si tratta, quindi, di cuccioli abbandonati ed è sbagliato toccarli nell’intento di soccorrerli e portarli a casa, anche perché la detenzione di questi animali è vietata. Quando ci si imbatte in un piccolo capriolo acquattato in un prato, occorre allontanarsi subito perché il contatto con l’uomo produce inevitabilmente un’alterazione dell’odore dei cuccioli, con l’effetto di rendere la madre molto circospetta fino al punto di abbandonarli. 

In un solo giorno, giovedì 12 giugno, nel modenese sono stati salvati quasi 60 animali selvatici in situazioni di difficoltà. Un autentico boom di ingressi che porta a oltre 1300 il numero degli animali salvati e curati dall'inizio dell'anno. Gli ultimi casi riguardano soprattutto uccelli, pipistrelli, ricci, caprioli e numerose civette. Un numero così elevato di ingressi, confermano i responsabili del Centro, è dovuto al gran caldo (diverse specie di animali soffrono afa e sbalzi di temperatura) e alla collaborazione dei cittadini che trovano nel Centro fauna un punto di riferimento in caso di avvistamento di animali in difficoltà.

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