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Clandestino espulso ritorna con la scusa del ricongiungimento familiare, arrestato di nuovo

Accompagnato alla frontiera cinque anni fa perchè clandestino, si è ripresentato spontaneamente al Commissariato di Sassuolo, cercando di dimostrare un ricongiungimento famigliare. Ma è finito nuovamente in manette

Una storia a tratti tragica, come tragico è il fenomeno della migrazione, e a tratti comica, come il gesto “autolesionista” compiuto dal suo protagonista. Il tutto è avvenuto a Sassuolo nei giorni scorsi, dove a finire in manette è stato un cittadino marocchino di 25 anni.

Il giovane, allora ventenne, era stato allontanato dal territorio nazionale nel 2010 ed accompagnato alla frontiera perché non in regola con il permesso di soggiorno. Un provvedimento che non ha però convinto il nordafricano ad abbandonare il bel Paese, dal momento che lo stesso si è presentato di sua spontanea volontà, appunto qualche giorno fa, presso il Commissariato della Polizia di Stato di Sassuolo.

Il ragazzo si è messo in coda allo sportello e poi ha esibito una serie di documenti, con l'intenzione di ottenere un permesso di soggiorno valido, con la motivazione del ricongiungimento familiare. Gli agenti, però, hanno accertato che il marocchino non aveva ottenuto la speciale autorizzazione dal Ministero dell’Interno per fare reingresso, ma aveva attraversato le frontiere clandestinamente.

All'atto pratico perciò, il giovane ha unito l'inutile al dilettante: si è riconsegnato alla autorità di polizia che non hanno potuto fare altro che arrestarlo nuovamente, dal momento che aveva violato le norme sull'immigrazione. In mattinata si è tenuto il giudizio direttissimo presso il tribunale di Modena.

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