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Cronaca

Tane negli argini, "C'è chi avrebbe dovuto ma non ha vigilato"

La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi commenta così la conclusione dell’inchiesta svolta dalla commissione incaricata dalla Regione Emilia-Romagna. “Maggiore vigilanza e collaborazione per evitare altre calamità”

Colpa dell’uomo, non degli animali e delle loro tane. La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi commenta così gli esiti delle verifiche svolte dalla commissione tecnico-scientifica incaricata dalla Regione Emilia-Romagna di approfondire le cause della rottura dell’argine del Secchia, che ha poi causato l’alluvione lo scorso 19 gennaio.

"La presenza degli animali selvatici – sottolinea la presidente Bergamaschi – non è una novità, noi del mondo agricolo da anni lo segnaliamo. Gli animali fanno il loro “mestiere”, ovvero costruiscono tane, è nella loro natura e non possono essere incolpati dell’alluvione. L’eccessiva presenza di animali è un danno per la tenuta degli argini dei fiumi e per le produzioni agricole, e rappresenta un pericolo, ma si controlla con l’applicazione delle leggi e il lavoro dei coadiutori. Esiste un ente incaricato di vigilare gli argini, fare vigilanza e manutenzione e provvedere alla chiusura delle tane. Se fossero state applicate le norme si sarebbe evitata questa calamità annunciata".

La presidente Bergamaschi ribadisce l’importanza del ruolo degli agricoltori quali custodi del territorio: "Il mondo agricolo in diverse occasioni ha segnalato la mancanza di manutenzione e il rischio di rottura degli argini, ma non è mai stato ascoltato. Nessuno meglio di un agricoltore conosce il territorio e i rischi ad esso connessi. Scaricare la colpa sugli animali – conclude la Bergamaschi – non solo non è giusto, ma non è nemmeno la soluzione al problema: è necessario che chi è incaricato della manutenzione dei fiumi svolga il proprio lavoro in modo efficace e costante".

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