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Cronaca

Curiosità Modenesi | I 4 ponti più strani e curiosi che trovate nel modenese

Il nostro territorio è disseminato di architetture interessanti, tra queste vi sono 4 ponti curiosi per la loro forma e per la loro storia

Il nostro territorio oltre ad essere ricco di chiese, castelli, palazzi e monumenti dall'incredibile valore artistico, presenta anche ponti che hanno storie e strutture curiose da scoprire. 

PONTE DEL DIAVOLO. Il Ponte è alto 3 metri e lungo 33, rappresentando un'inspiegabile esempio di sviluppo della natura, tanto che i contadini montani credevano fosse opera del Diavolo. La roccia renaria immersa in una fitta boscaglia è stata modellata a forma di arco dall'erosione e dagli agenti atmosferici, permettendo la sua percorribilità per la sua lunghezza, ma attenti a dove andate. Infatti secondo la leggenda infilare la testa nel foro si trova in una delle protuberanze richiamerà il Diavolo che vi decapiterà. Perché il ponte prende il nome dal Diavolo? Secondo la leggenda un agricolotore della zona più bassa della montagna, che doveva percorrere ogni giorni un lungo tragitto per evitare un fiume, chiese al Diavolo di costruirgli un ponte in cambio della sua anima. Satana accettò e raggiunta la vetta della montagna portò pian piano giù il monolite, ma arrivato nel luogo in cui si trova oggi vide una sabba di streghe e fu tanto preso dalla musica che non si accorse che era arrivata l'alba. Visto il Sole dovette fuggire lasciando lì il ponte. 

PONTE DI OLINA. La costruzione del ponte risale al 1522 e fu voluto direttamente dai Montecuccoli e dal podestà di Sestola, ma in realtà ne fu spinta la costruzione da parte dei signori di Firenze e Lucca, per fare del Frignano un "ponte" tra la Toscana e l'Emilia. All'epoca della costruzione, il ponte fu edificato secondo criteri molto avanzati per la tecnica del tempo, infatti l'arcata ha una forma di tipo parabolico e seppur porti un carico di peso enorme, la sua linearità rimane semplice, creando un'idea di leggerezza. Perché fu costruito così? Il motivo è legato alla funzione stessa della curva, infatti esas permette di assoggettare tutti i conci dell'arco ad un carico di pura compressione, eliminando le componenti di tradizione a cui la pietra non potrebbe resistere. Proprio per questa trovata architettonica, non vi era alcun bisogno di colonne per sorreggere il peso. 

PONTE DELLA BARCHETTA. Non è un  ponte strano, piuttosto la sua storia è curiosa, nonché è affascinante il passaggio su di esso durante l'alba e il tramonto. Si tratta di un ponte riservato esclusivamente al passaggio dei pedoni, biciclette e ciclomotori, che ha come obiettivo quello di collegare Modena a Campogalliano, e di raggiungere il Parco del Fiume Secchia e i Laghi Curiel. Seppur l'attuale ponte si stato edificato un decennio fa, il ponte della Barchetta fonda le sue radici storiche in epoche lontane da noi, basti pensare che già in età medievale si parlava di questo ponte che colleva i comuni di Cremaon, Modena, Brescia e Reggio Emilia, e che permetteva di attraversare il Naviglio. 

PONTE DEL NAVICELLO. E' un ponte storico che unisce uno dei confini naturali del territorio modenese, ovvero il Panaro. Spesso è passato alla cronaca quando il fiume esonda, ma è stato protagonista anche di un evento molto negativo. Si tratta della, forse poco nota, rappresaglia di 11 partigiani avvenuta il 9 Marzo 1945, che fu compiuta per la scomparsa di due soldati tedeschi nella fase finale della guerra. Il comando tedesco organizzò la rappreseglia a seguito appunto della guerriglia avvenuta presso questo ponte strategico sia durante la seconda guerra mondiale, ma anche in passato. 

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