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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Aids, calano i casi di contagio nel modenese. Torna il "Test day" all'Informa giovani

Nel 2016 sono 31 i nuovi casi di HIV in Provincia di Modena. Aumenta l’età media (40 ANNI). Circa 1.200 persone con HIV residenti in provincia. Venerdì 1 l’Open Day al Distretto di Sassuolo e il counseling al Sert di Carpi. A Mirandola informazioni nelle scuole

Secondo il report annuale 2016, realizzato dall'Osservatorio Provinciale su HIV e AIDS dell'Azienda USL e dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, sono 31 i nuovi casi di infezione da HIV notificati in provincia di Modena (nel 2015 erano stati 35, nel 2014 erano stati 50, nel 2013 erano stati 42), di cui 24 uomini e 7 donne. Questo dato conferma il trend in calo cominciato nel 2015 rispetto agli anni precedenti. Un dato positivo che, però, deve essere confermato. Considerando l'intero periodo di attività dell'Osservatorio, a partire dal 1985, il numero totale di casi è stato di 2.348. Si stima che 1.209 persone residenti in provincia di Modena vivano con HIV (783 uomini e 426 donne).

In provincia, le persone malate di AIDS sono 274 pari a 39 ogni 100mila. L'HIV/AIDS, come dimostrano i Report degli ultimi anni, ha assunto anche a Modena le caratteristiche di una malattia a trasmissione sessuale, superando il concetto di "categorie di rischio" utilizzato in passato. La trasmissione per via sessuale è infatti di gran lunga quella prevalente (92%). Nel periodo 2013/2016, il 46% ha contratto l'infezione tramite rapporti eterosessuali non protetti, il 46% per rapporti omosessuali non protetti e il 2% per scambio di siringhe infette. Dai dati elaborati si registra un progressivo aumento dell'età delle persone che contraggono il virus. La classe d'età più interessata è quella fra i 30 e i 49 anni. Ancora troppe persone fanno il test tardivamente, questo comporta un ritardo nella diagnosi da infezione di HIV. Il 52%, infatti, nel periodo 2010-2016 ha effettuato il test avendo già una situazione immunitaria compromessa.

Sono queste in estrema sintesi le tendenze che emergono dall'ultimo report dell'Osservatorio provinciale di Modena sull'Hiv pubblicato in occasione della Giornata mondiale della lotta all'AIDS (venerdì 1 dicembre) che si riferisce al 2016. In questa occasione, l'Azienda USL e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, col supporto di numerose associazioni di volontariato, propongono una serie di iniziative per tenere alta l'attenzione su questa malattia, sottolineare l'importanza della prevenzione e ricordare la gratuità del test Hiv, possibile anche in anonimato.

A Modena torna il "test day", sabato 2 dicembre dalle 17 alle 20. Sarà possibile eseguire il test Hiv e ricevere informazioni sulle malattie sessualmente trasmesse in modo gratuito e anonimo. L'appuntamento è all'Informa-giovani in Piazza Grande. A Sassuolo venerdì 1 dicembre dalle 16 alle 18 sarà possibile visitare lo Spazio Giovani in occasione dell'Open Day del Distretto Sanitario - Villa Fiorita, Via F.lli Cairoli, 19. Sarà possibile confrontarsi con gli operatori per avere informazioni e consigli. Il “test day” si svolgerà anche a Carpi, sempre il 1 dicembre, al SERT di via Molinari, 2   dalle 8,30 alle 10,00.

“I dati dell’Osservatorio – commenta la prof.ssa Cristina Mussini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – sono positivi ma non devono farci abbassare la guardia. Se è vero, infatti, che il numero di nuovi casi è in leggero calo e che non abbiamo più i dati terribili degli anni Ottanta e Novanta, il fatto che il test venga fatto troppo tardi è un sintomo di una sottovalutazione del problema che non possiamo permetterci. Sottovalutazione che viene confermata dal fatto che, nel 92% dei casi la trasmissione sia avvenuta per via sessuale, con esatta parità tra rapporti di tipo etero e omosessuale. Di AIDS, infine, si muore meno, grazie ai farmaci sempre più potenti, se si riesce ad effettuare una diagnosi precoce. Questa consapevolezza, che è un successo per la medicina, non deve far sottovalutare il pericolo della malattia che rimane grave sia per i rischi che comporta, sia per l’impatto sulla qualità di vita del malato. Come giustamente sottolinea la campagna regionale, infatti, se non bisogna discriminare, è necessario non abbassare la guardia.”

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