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Ex Fonderie, l'abbandono che tradisce la memoria

Reportage da uno degli edifici simbolo della storia di Modena e della sua attuale agonia, che non rende giustizia ad un'epoca di tragedie e sacrifici. Il complesso è ripiombato nel caos e la riqualificazione abbandonata senza appello

Come ogni 9 gennaio, Modena ricorda con doverosa commozione le vittime dell'eccidio delle Fonderie e riapre una finestra un un significativo pezzo di storia della città. Una storia che va oltre la tragedia degli operai uccisi e ferito nel 1950 e che riguarda un vero e proprio punto di riferimento della vita cittadina: un complesso industriale che ha segnato le vicende di oltre mezzo secolo, come giustamente viene spesso ricordato dalle forze politiche e sociali.

Un simbolo dei tempi che cambiano, dunque, dagli albori della società di massa, passando per le lotte sindacali, l'urbanizzazione e l'immigrazione interna, fino ad incappare nella terzializzazione dell'economia ed il conseguente declino di molti stabilimenti produttivi. Una cartina al tornasole di una città e di un territorio che nei decenni è profondamente mutato, vedendo crollare – letteralmente – i simboli di un passato allo stesso tempo drammatico e rigoglioso. Fino ai giorni nostri.

Delle cento persone presenti alla commemorazione odierna, forse davvero poche conoscono se non per sentito dire la vera natura delle Fonderie di oggi, 9 gennaio 2014. Poche avranno sporto lo sguardo oltre uno striscione in pvc bianco con il logo del Comune e oltre i muri di mattoni che a fatica sorreggono quello che resta dell'impianto produttivo, nonostante le riflessioni non siano certo mancate nel dibattito pubblico. Tanto infatti è stato scritto, tanto è stato pubblicato e pare davvero inutile aggiungere polemiche alle polemiche, per una situazione di evidente fallimento: la riqualificazione mai avvenuta è, coerentemente con la storia del complesso, segno inequivocabile dei tempi.

Per non dilungarci in analisi stucchevoli, abbiamo deciso di far parlare le immagini (nella gallery qui sotto) scattate appena ieri. Immagini che raccontano di un degrado mai arginato, di un idilliaco quanto pericoloso rifugio per senzatetto e tossicodipendenti. L'ultima bonifica dell'area risale a ormai due anni fa e costò la bellezza di 260mila euro per la rimozione dell'amianto e dei rifiuti. Ma, eternit a parte, a distanza di 24 mesi il problema si presenta uguale, se non peggiore e si estende a tutta l'area esterna al complesso, di cui avevamo già parlato (qui) alcuni mesi or sono.

Certo, indignarsi per il degrado è facile e avviene quotidianamente. Ma in questo caso il significato è duplice. Se è vero come è vero che la memoria storica di una comunità passa per i luoghi che ne hanno segnato la vita pubblica, per le idee che gli hanno animati e per le persone che ad esse hanno sacrificato qualcosa, allora è altrettanto evidente che le Fonderie oggi tradiscono quella memoria. E l'orizzonte resta fosco.

Degrado alle ex Fonderie - 08/01/2014

 

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