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Cronaca Stadio Braglia / Viale Raimondo Montecuccoli

Monumento al 36° Reggimento, un luogo dimenticato dalla città

Continua il degrado nell'area dell'ex centro ippico dell'Accademia Militare in Via Montecuccoli. Anche nell'anno della commemorazione della Grande Guerra attorno alla stele ci sono solo rifiuti...

Abbandonato, come l'area che lo ospita. In viale Montecuccoli a Modena, sul terreno dell'ex circolo Ippico dell'Accademia Militare, è collocato un monumento dedicato al 36° Reggimento di stanza a Modena che, insieme al 35°, con sede di Bologna, erano inseriti nella Brigata Pistoia. Dopo la chiusura di quell'area verde - in attesa di riqualificazione con la costruzione della nuova sede del Liceo Sigonio – la stele è diventata meta di sbandati e trasformata in luogo ideale per bivacchi.

La denuncia arriva da Massimo Nardi, giornalista-scrittore modenese (autore in questo caso di un pezzo sul sito dabicesidice.it), che già in passato aveva portato il tema all'attenzione del pubblico ed anche del sindaco Muzzarelli.

“La particolarità di questo reggimento, il 36°, è che fu uno dei primi,nel 1915, a varcare il confine austriaco e a entrare il 4 novembre 1918 a Trento, il giorno della vittoria – spiega Massimo Nardi – Informai il primo cittadino che l’area, anche se la targa nel frattempo era sparita, era intitola anche alla medaglia d’Oro Capitano dei Lancieri di Montebello, Camillo Sabatini, morto a Porta San Paolo il 9 settembre 1943 caricando con i suoi semoventi i tedeschi. Ricordavo a Muzzarelli – prosegue Nardi – che quelle persone non meritavano di essere circondate dai rifiuti e lo invitavo a deporre una corona d’alloro il prossimo anniversario dell’8 settembre. Per non gravare sulle casse del comune mi ero offerto di pagare,anche, metà della corona”.

Ma anche in questa occasione non vi è stata nessuna risposta. “Poco male – commenta rammarica nardi-  La corona è stata deposta ugualmente”. Una mancanza di decoro urbanistico che si somma a quella più “culturale” legata all'anno di commemorazione della Grande Guerra, come spiega ancora il giornalista: “Sì, perché lo storico incaricato dal Comune di raccontarci l’immane tragedia, si è dimenticato di questo monumento”.

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