Coop fasulle, sempre più denunce per evasione e lavoro irregolare
Nell'ultimo anno la Finanza ha "pizzicato" sette false cooperative in provincia, che davano lavoro in maniera illecita a centinaia di persone. Un fenomeno molto diffuso che si insinua negli appalti pubblici e privati, traducendosi in concorrenza sleale ed evasioni fiscali milionarie
Sono ormai diversi anni che il tema delle cooperative fasulle o “spurie” è diventato di grande rilevanza per un territorio come quello modenese, che ha fatto del lavoro cooperativo una delle principali forme distintive di impresa. A sottolineare quanto le pratiche illecite siano diffuse in questo controverso settore arrivano anche i dati della Guardia di Finanza, presentati oggi nell'ambito del bilancio dell'attività 2015.
Alla voce “lotta alle frodi fiscali e all'economia sommersa”, spicca il dato relativo ai lavoratori irregolari individuati nel corso dell'anno passato: 59 i datori di lavoro scoperti ad impiegare manodopera in ero (100 persone) o parzialmente irregolare (848 persone). La quasi totalità di questi lavoratori irregolari appartiene proprio ad imprese che si presentavano come cooperative, ma che non avevano alcun requisito per essere considerate tali.
Si parla di sette casi specifici in provincia di Modena, dalla Bassa fino al Vignola, per un totale di 15 imprenditori denunciati per diversi reati fiscali connessi all'attività delle loro aziende, che in alcuni casi erano diventate delle vere e proprie agenzie di collocamento temporaneo. Le Fiamme Gialle hanno appurato che le finalità mutualistiche previste dalla forma cooperativa erano soltanto sulla carta e non vi era nessuna vera partecipazione dei soci-dipendenti agli utili e alle scelte imprenditoriali. L'intento di questi imprenditori era chiaro: usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla legge per accrescere i guadagni.
Per queste aziende era infatti possibile vincere appalti, pubblici o privati, proponendo prezzi al di sotto dei valori di mercato e stravolgendo di fatto la leale concorrenza. In più, in molti casi si è assistito ad una sistematica evasione fiscale per quanto riguarda il costo del lavoro, evitando il versamento dei contributi o quello delle compensazioni, per le quali venivano erogati crediti fittizi.
